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L’Ucraina. Aspetti geografici del Paese.

8 Maggio 2023 by admin_rapsodia Lascia un commento

L’Ucraina è uno stato dell’Europa orientale, confinante a nord e ad est con la Russi, ancora a nord con la Bielorussia, a sud con la Romania e la Moldavia,  a sud-ovest con l’Ungheria, a ovest con la Slovacchia e la Polonia. Inoltre, per un ampio tratto a sud si affaccia sul Mar Nero. Ha una superficie di 603.548 km quadrati, e una popolazione composta da 44,13 milioni di abitanti. La sua capitale è Kiev.

Dal punto di vista morfologico, il territorio si può dividere in 4 sezioni geomorfologiche:                                       –

  • l’estremità occidentale del paese, attraversata da nord-ovest a sud-est dalla catena montuosa dei Carpazi di cui fa parte la cima più elevata ossia il Monte Hoverla che è alto 2061 mt s.l.m.                                     
  • la parte centro occidentale, caratterizzata dal Ripiano Podolico, un basamento di rocce granitiche.                       
  • la maggior parte del territorio,  occupata da una pianura costituita dal bacino inferiore del fiume Dnepr, che si distende tra rilievi di modesta entità.
  • la fascia litoranea pianeggiante.

Per quanto riguarda l’idrografia, tutti i maggiori fiumi del paese sono facilmente navigabili per via delle scarse pendenze e si gettano nel Mar Nero oppure fanno parte del bacino del Dnepr, che divide il Paese da nord a sud e che scorre per 1121 km in suolo ucraino; seguono Dnestr, che corre sul suolo ucraino per 925 km, Bug Meridionale 806 km e il Donec 700 km. Lungo il corso del Dnepr sono state costruite diverse dighe che hanno originato alcuni bacini artificiali molto estesi. Ad ovest vi è il Danubio che segna i confini con la Rumania per 174 km. Ci sono anche diversi laghi naturali e tra questi più estesi sono il lago Yaluph, il lago Kagul ed il lago Kugurly, tutti nei pressi del Delta del Danubio, vicinissimi al confine rumeno.

L’Ucraina ha un clima continentale temperato e arido nelle zone interne del paese, con inverni piuttosto rigidi ed estati calde. Il regime termico presenta una discreta escursione annua con medie invernali inferiori a -5 ° mentre in estate si rimane comunemente sopra i 20 °C. La piovosità, che sulla costa è di circa 650 mm diminuisce nella parte centrale del territorio (400mm) per poi aumentare proseguendo ancora verso l’interno dove si raggiungono i massimi oltre 900 mm con piogge prevalentemente estive. La vegetazione spontanea vede la netta prevalenza di foreste a nord composte da pini, betulle, querce e un’ampia fascia intermedia di steppe arborate e una grande estensione di steppe a sud e nel centro. I suoli sono podsolici nella zona delle foreste, mentre nella fascia intermedia hanno grande diffusione le terre nere, particolarmente fertili, che verso sud vengono progressivamente sostituite dai suoli bruni, anch’essi molto produttivi.

La popolazione è formata in gran parte da ucraini 77,5% largamente maggioritari nell’Ucraina occidentale, mentre in alcune grandi città dell’est e del Sud sono predominanti i russofoni 17,3%. Ci sono infine presenti minoranze di Tartari 0,5%, Bielorussi 0,6%, Rumeni e Moldavi 0,8%, Bulgari 0,4%, Ungheresi 0,3% e Polacchi 0,3%. Dagli anni ‘90 la popolazione Ucraina si è progressivamente ridotta, perdendo oltre 6 milioni di unità. Il decremento è da ascrivere soprattutto a tassi di natalità particolarmente bassi, lontani dal compensare tassi di mortalità al contrario assai elevati. A questo si aggiunge un saldo migratorio negativo legato, da un lato, al rientro di comunità russe nella madrepatria dopo l’indipendenza dell’Ucraina nel 1991, dall’altro lato da una migrazione, il più delle volte clandestina, verso i paesi dell’Europa occidentale. La popolazione urbana sfiora il 70% del totale e la capitale è di gran lunga la città più popolosa, alla quale segue Charkiv; oltre il milione sono anche altre città tra cui Odessa.

Unica lingua ufficiale è, dal 1989, l’ucraino, ma in diverse aree del paese si è di fatto affermato un bilinguismo ucraino-russo. Ci sono anche altre lingue di minoranze etniche della popolazione.

La religione prevalente è quella cristiana ortodossa, con minoranze di religione cattolica, protestante ed ebraica. Alla fine del 2018, una parte della Chiesa ortodossa in Ucraina ha dichiarato l’indipendenza dal patriarcato ortodosso in Russia cui era legata. La chiesa ortodossa di Costantinopoli ha rapidamente riconosciuto la neonata chiesa ortodossa Ucraina indipendente, ma gli ortodossi russi hanno reagito negativamente e continuano a rifiutare di riconoscerla. Infatti, nel 2018 il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, ha concesso l’autocefalia alla chiesa ortodossa Ucraina, revocando la validità della lettera sinodale del 1686 che concedeva al patriarca di Mosca la nomina del metropolita di Kiev, e attirandosi di conseguenza le ire di Mosca in quanto l’Ucraina è per il patriarcato di Mosca un grande serbatoio di sacerdoti, di chiese e di fedeli. Inoltre, il patriarcato di Costantinopoli conta oggi meno di 5000 fedeli in Turchia e tre milioni nella diaspora, mentre il patriarcato di Mosca annovera almeno 100 milioni di fedeli, poco meno della metà dell’intera popolazione ortodossa mondiale e finanzia a piene mani le varie chiese ortodosse del mondo: per questo non sopporta che determinate decisioni vengano prese dal patriarca di Costantinopoli, accusato da Mosca di eccessivo accentramento di potere. In Ucraina vi sono quindi due chiese: la chiesa ortodossa dell’Ucraina, indipendente, e la chiesa ortodossa Ucraina, rimasta fedele al patriarca Cirillo I di Mosca. Al momento, secondo una stima citata dal Christian Scienze Monitor, della prima fanno parte circa 7000 parrocchie ucraine mentre in 12000 hanno scelto di rimanere fedeli a quella di Mosca. La recente invasione della Russia potrebbe comportare nuovi cambiamenti. E’ infatti plausibile che alcune parrocchie della Chiesa ortodossa Ucraina, amareggiate dall’invasione, possano lasciare Mosca e unirsi alla chiesa ortodossa dell’Ucraina. Tuttavia, al momento, di fronte al dramma in corso, sia il metropolita Epifanio I di Ucraina, del patriarcato di Kiev, che il patriarca ortodosso di Mosca Cirillo I chiedono la pace.

Dopo l’indipendenza l’Ucraina ha attraversato un periodo di transizione verso un’economia di mercato, un passaggio che ha causato 8 anni di recessione. Dal 2000, tuttavia l’Ucraina si è ripresa ed oggi si può dire che appartenga al gruppo di paesi considerati leader dei più alti indici macroeconomici.                                      

L’economia Ucraina è dotata di una base industriale ben sviluppata, grandi aziende agricole, manodopera istruita e un buon sistema scolastico. L’Ucraina è anche abbastanza ricca di risorse naturali in particolare depositi minerali. Ci sono anche importanti risorse energetiche come carbone, risorse idroelettriche e materiali grezzi per l’energia nucleare. Per quanto riguarda il settore industriale, l’Ucraina ospita grandi industrie siderurgiche che producono ghisa e acciaio. Un altro ramo importante è l’industria petrolchimica che produce tra gli altri fertilizzanti minerali. C’è anche un’industria manifatturiera che include locomotive diesel, trattori, automobili. Il paese possiede una buona base industriale high-tech che include settori come quello elettronico, industria delle armi, programmi spaziali. Abbiamo detto che l’Ucraina ha anche numerose aziende agricole che producono grano, barbabietola da zucchero, carne e prodotti caseari. Ad oggi l’Ucraina è un mercato importante a livello globale considerando anche il suo ruolo di terzo esportatore mondiale di grano.

Dall’anno della sua indipendenza, il 1991, l’Ucraina ha conosciuto diversi presidenti della Repubblica. Al primo presidente della Repubblica Leonid Kravchuck succedette un’altro dirigente dell’ex partito comunista sovietico Leonid Kuchma. Nel 2004 la vittoria andò al filorusso Victor Yanukovych. Questo suscitò molte manifestazioni dei sostenitori del candidato filo occidentale Victor Yushenko e quindi il Parlamento invalidò le elezioni e, al nuovo ballottaggio, si impose proprio Yushenko. Nel 2010 divenne presidente della Repubblica, stavolta a tutti gli effetti,  Victor Yanukovich . Egli volle la sospensione dell’iter per l’accordo di associazione all’Unione Europea e quindi alla fine del 2013 cominciarono delle proteste e delle violenze da parte di organizzazioni di estrema destra come Svoboda e Pvravyj Sector sostenute dagli Usa culminate il 22 Febbraio del 2014 con il colpo di stato di Piazza Maidan che portò alla destituzione di Yanukovich. La successiva svolta filo europeista impressa dal successore di Yanukovych, il magnate del cioccolato Petro Poroshenko, ha indotto la Russia a intervenire in Crimea e ad appoggiare le autoproclamate repubbliche russofone dell’est, in risposta all’aggressione ucraina delle stesse che ha dato origine al conflitto armato ancora in corso e alle rivendicazioni secessioniste nelle regioni orientali del Donbass dove si sono tenute elezioni generali nel 2018 non riconosciute dall’Ucraina e dalla comunità internazionale. Intanto nel 2014 viene eletto come presidente ad interim il filo occidentale Oleksandr Turcynov. Rimane in carica dal 25 Febbraio fino al 7 giugno quando al suo posto viene eletto Porosenko che ha guidato il paese attraverso la prima fase della crisi russo Ucraina attaccando e spingendo le forze ribelli più in profondità nella regione del Donbass. Ha iniziato il processo di integrazione con l’Unione Europea firmando l’accordo di associazione Unione Europea-Ucraina. La sua politica interna ha promosso la lingua Ucraina e vietato l’utilizzo di quella russa, il nazionalismo, il capitalismo liberista, la decomunizzazione e il decentramento amministrativo. Nel 2018, ha contribuito a creare la chiesa ortodossa autocefala dell’Ucraina separando le chiese ucraine dal patriarcato di Mosca. Nel 2019 si è candidato per un secondo mandato ma ha preso il suo posto Volodymyr Zelensky che è l’attuale presidente dell’Ucraina, anch’egli filo occidentale ed europeista.

Emiliano Barsotti  (classe 5A T) – corso di Geopolitica e analisi dei conflitti internazionali

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