I premi come la Palma d’Oro, assegnata durante il Festival di Cannes, sono spesso discussi e criticati. Nonostante ciò, Un semplice incidente, per la regia del pluripremiato iraniano Jafar Panahi, è il prototipo per eccellenza di pellicola meritevole di questo prestigioso riconoscimento. Ambientato in epoca contemporanea, il film segue le vicende di un gruppo di uomini e donne che si ritrova faccia a faccia con il presunto responsabile delle torture subite dai personaggi negli anni precedenti. Vahid (interpretato da Vahid Mobasseri) incontrerà infatti, per puro caso, Eghbal (Ebrahim Azizi), la cui vera identità sembra essere rivelata dalla gamba protesica e dal suono che emette. Deciderà quindi di rapirlo, senza però avere idea di cosa farne. Si uniranno a lui vari altri personaggi, legati dall’odio per quella misteriosa figura mai vista in faccia da nessuno di loro, responsabile delle loro sofferenze e traumi. Ciò che seguirà è una perfetta esemplificazione di come possano essere diversi e variegati i metodi di affrontare il pericolo e di rapportarsi alla vendetta. Ogni personaggio ha una propria idea di come affrontare la situazione, ed è interessante osservare che, nonostante ognuno di loro avesse subito la repressione del regime iraniano allo stesso modo, ciascuno assuma comportamenti radicalmente diversi, specchio però di una stessa volontà. La decisa critica che Jafar Panahi ha mosso nel corso della sua carriera nei confronti dell’autorità statale islamica, che gli è anche valsa numerose condanne, è rinnovata in questa pellicola. Il presunto funzionario governativo è dipinto come un individuo crudele e senza scrupoli, che torturava i prigionieri in modo sadico. Agli occhi dello spettatore questa descrizione cozza con l’individuo presentato allo schermo, mansueto, supplichevole e apparentemente innocuo. Ed è grazie a questo che Panahi raggiunge il suo obiettivo, ossia tenere chi assiste alla proiezione incollato allo schermo. Per quanto possano esservi dei momenti (soprattutto nella fase iniziale) che rallentano particolarmente il ritmo del film, la pellicola è nella sua quasi totalità una dimostrazione di bravura nella scrittura del regista, tanto da garantire al film la candidatura ai Golden Globes per “Miglior film drammatico”, “Miglior sceneggiatura”, “Miglior film straniero” e “Miglior regia”. Con l’auspicio che Un semplice incidente possa raggiungere anche lo stage degli Academy Awards, è a tutti chiaro che un film del genere possa solo essere lodato.
Andrea Campanelli (classe 4A – liceo classico)

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