Il 28 e il 30 novembre è stata messa in scena l’opera “La torre”, un inedito di un atto scritto in occasione dell’850° anniversario dalla costruzione proprio della Torre pendente.
La trama è frutto dello scrittore Marco Malvaldi, che si è immaginato un dibattito tra gli architetti della torre, Diotisalvi e Bonanno, due consoli della città, Ranieri e Bulgarino, gli assistenti dei consoli e di Bonanno, Cenno e Agostino, e infine il popolo pisano; il tutto nel momento in cui la torre ha iniziato ad inclinarsi, cioè nell’estate 1178.
Si passa dai consoli che vogliono capire se sia possibile continuare a costruire la torre, agli architetti che prima si incolpano a vicenda e poi passano a fare un colloquio tecnico per poter continuare i lavori. La vicenda si conclude con un discorso dei consoli rivolto al popolo, cioè gli spettatori: “annunci Pisa al mondo intero: si fa la torre per davvero”; il resto poi è storia, la nostra storia.
Insieme a Marco Malvaldi, Vincenzo De Vivo e Marco Bargagna.
Il primo ha scritto in versi il libretto, ricco di dettagli e tecnicismi; il secondo invece ha composto la musica, che segue lo stile di Puccini, ma non presenta arie: infatti Bargagna ha scritto uno spartito molto dinamico che accompagna direttamente i versi.
A completare il tutto ci sono una scenografia essenziale che rappresenta una stanza del palazzo dei consoli, racchiusa da una “storta” parete nera che tuttavia ostacolava in parte la vista; poi degli eleganti costumi e infine delle coreografie vivaci che volevano rappresentare gli otto movimentati secoli di vita della Torre, tra oscillazioni, quasi cadute e stabilizzazioni.
Le coreografie sono state più degne di lode nella prima parte dello spettacolo: infatti, essendo l’opera abbastanza breve, è stata preceduta dalla cantata “Le Bal Masqué”, una messa in scena di una poesia surrealista, risalente al 1932 e composta da Francis Poulenc. Si muove tra filastrocche e giochi di parole proprio come questa rappresentazione si muove tra i secoli e gli anni, partendo da quando fu posato il primo mattone della Torre e arrivando ai tempi moderni, passando dal ‘500 e dal ventennio fascista.
Insomma, assistere ad un’opera inedita sulla Torre di Pisa nell’850° anniversario dalla sua costruzione e nel teatro della città della Torre, in dittico con un’insolita cantata, è stata un’esperienza molto particolare e decisamente unica.
Alessandro Simone (classe 4B – liceo classico)

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