Analizzando e discutendo in classe del saggio “La crisi della sanità italiana: dalla riforma del Titolo V alle soglie della Pandemia” del prof. Vento è risultato che il sistema sanitario italiano, a seguito dell’entrata in vigore di politiche neoliberiste (politiche che tendono a ridurre l’influenza dello Stato sull’economia) e di austerità (tagli alle spese pubbliche al fine di ridurre il deficit pubblico), soffre ormai da 15 anni di un definanziamento che secondo i dati raccolti dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha portato così l’Italia agli ultimi posti tra i Paesi Occidentali per spesa sanitaria pro capite ed è uno dei pochi Paesi ad aver ridotto la spesa sanitaria annua. Di conseguenza, questa diminuzione, iniziata a verificarsi dal 2010, ha comportato immancabilmente la diminuzione del personale sanitario e dei posti letto ospedalieri a danno dei servizi offerti ai cittadini. La politica dei tagli ha portato alla riduzione del numero degli ospedali che da 1165 si sono ridotti a 992 in soli 9 anni.
A nostro giudizio, la situazione creatasi in Italia è veramente molto grave e non ci troviamo in accordo con le decisioni precedentemente spiegate. Depotenziare la sanità e i suoi settori nel modo in cui è stato fatto è davvero inconcepibile perché è la cosa più importante per gli uomini e la loro salute. Molte persone, purtroppo, sono decedute a causa di queste mancanze.
Da qui capiamo quanto queste scelte siano anticostituzionali, perché appunto veniamo privati di uno dei diritti fondamentali dell’uomo, ovvero quello alla salute, contraddicendo così uno dei più importanti diritti sociali sanciti dalla Costituzione nell’Articolo 32. Questo afferma che il diritto alla salute rappresenta un fondamentale diritto dell’individuo, oltre ad essere un interesse primario per la collettività.
All’origine delle differenze fra i servizi sanitari della varie Regioni italiane si trova la riforma del Titolo V della Costituzione che ha introdotto il principio che lo Stato deve solo garantire le risorse necessarie per le prestazioni, mentre le regioni hanno la responsabilità di dover organizzare i propri servizi.
Con questo saggio abbiamo compreso quanto sia importante migliorare i servizi pubblici perché, un domani, il mondo sarà nelle mani di noi giovani e ci dobbiamo impegnare per rafforzare le realtà che ad oggi sono in difficoltà, per poter offrire gli stessi servizi a tutte le persone.
Sara Santinelli e Francesca Simi (classe 1D AFM – ITE)

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