Se adesso, in questo preciso momento, noi andassimo su internet a inserire sulla barra delle ricerche la parola “migranti” il primo suggerimento sarebbe “migranti reati”. Il risultato di questa ricerca ci dovrebbe far riflettere molto. Perché viene subito suggerita questo accostamento?
Questo accade perché le migrazioni sono spesso un mezzo per “controllare la popolazione”, in quanto sono di frequente strumentalizzate dai media e dai politici per cercare di ottenere un certo “pensiero comune” in quanto, nel preciso momento in cui un qualsiasi Paese ha un “pensiero comune” da parte del popolo, quest’ultimo diventa più controllabile.
A differenza di quanto si possa pensare, le migrazioni sono principalmente vantaggiose per il nostro Paese.
Di fatto, esse rallentano il processo di invecchiamento della popolazione italiana, dato che la maggior parte delle persone che arrivano nel nostro Paese sono giovani; le donne immigrate hanno inoltre una fecondità più elevata (1.9) rispetto alle italiane (1.2). Questo fenomeno porta anche dei grandi vantaggi a livello lavorativo: i migranti svolgono lavori che oramai non sono più ambiti dagli italiani, che – nonostante siano in una situazione di bisogno lavorativo – non accettano di svolgere mansioni che non sono in linea con il loro titolo di studio. Queste occupazioni sono spesso di bassa qualifica e con remunerazioni molto basse.
Un altro vantaggio importante legato all’immigrazione è il molto significativo e attivo contributo all’economia del Paese; nel 2016 gli occupati stranieri hanno prodotto circa 130 miliardi di valore aggiunto, pari all’8,9% del PIL nazionale. A livello imprenditoriale, in Italia, le imprese straniere stanno avendo un grande aumento (circa +25%) su quello che guadagnano, pagano l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e l’IVA e versano contributi per le pensioni. Tutto ciò aiuta abbondantemente a livello economico lo Stato stesso.
E dal punto di vista sociale e/o culturale? È innegabile che lo scambio e l’incontro di culture e tradizioni diverse portino, senza dubbio, un grande arricchimento, per tutti.
Ovviamente il fenomeno migratorio non porta solamente vantaggi. Nel caso di situazioni che non portano a integrazione tra gli immigrati e gli abitanti del luogo, si creano ovviamente dei problemi relativi all’emarginazione e alla conflittualità tanto da far nascere episodi di discriminazione “dell’intruso” e di vera e propria violenza con conseguenti reati commessi da entrambe le parti.
Non solo in Italia e in Europa ma in tutto il mondo è dunque fondamentale sia messa in atto una politica di integrazione che favorisca una pacifica convivenza nel rispetto reciproco e offra a tutti possibilità lavorative e una vita dignitosa, senza frontiere e senza barriere sociali.
Asia Logli – classe 1c afm Ite Pacinotti

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