Quest’anno ho potuto realizzare il sogno di molti e saziare la mia enorme curiosità vedendo, finalmente, tutti i gruppi dei Giorni Classici, come è stato possibile? Ho fatto la guida, ovvero uno dei compiti più difficili e ansiogeni da affrontare.
Con un po’ di collaborazione con i miei compagni e organizzazione, mi sono infiltrata tra i visitatori e mi sono fatta guidare nella visita del primo piano, dove per prima cosa abbiamo assistito alla rappresentazione di Amantes Amentes in cui in maniera molto originale e satirica sono state rappresentate le più famose coppie del mondo greco antico come in un programma televisivo moderno, usando spesso esilaranti battute in cui si rifaceva a termini antichi in un contesto moderno.
Per esempio nella coppia di Odisseo e Penelope è stato molto bello il fatto che abbiano messo un quadro con un’altra donna amante di Odisseo facendolo passare come errore di regia e che Penelope si sia accanita contro Calipso; mi hanno fatto molto ridere tutte le battute di scherno in riferimento al poema. Per quanto riguarda Narciso è stato divertente quando, in riferimento al suo riflesso, ha esclamato: “è bellissimo! quasi quanto me”. Per la coppia Enea e Didone mi sono piaciute le battute e la ‘costruzione’ del rapporto tra i due che ha descritto la coppia come litigiosa e basata su reciproche punzecchiature sul tradimento e sul fatto che Venere sia una suocera rompiscatole.
Altro pregio di questo gruppo è stata la scenografia che è stata molto curata e particolare.
Proseguendo nella visita, per il gruppo Sette contro Tebe posso dire che è stato un lavoro ben curato con la scelta di un accompagnamento musicale in grado di rendere l’atmosfera, con un’impeccabile performance da parte degli attori che hanno saputo dare il meglio di loro. Forse i brani proposti possono essere stati percepiti come non semplici per uno spettatore esterno, ma per chi ha fatto studi classici o chi è amante delle lettere antiche sono sicuramente stati molto apprezzati.
Della rappresentazione Medea ho apprezzato sia la scelta coraggiosa di eseguire la musica in diretta sia il tipo di rappresentazione che, invece di una classica recitazione, è stata una lettura narrativa; anche se questo ha reso un po più lenta e a volte difficile da seguire la messa in scena, la struggente complessità della vicenda di Medea è stata ben mostrata, in particolare nella riflessione finale.
Andando avanti nel percorso, in Un’amicizia senza tempo ho potuto vedere un gruppo leggero ma allo stesso tempo profondo con bellissime riflessioni sul tema approfondito; con una comicità che ricerca le battute nelle caratteristiche tipiche dei personaggi, prima tra tutte quella di appartenere a epoche e culture diverse che ha reso ancora più interessante il confronto messo in scena e gli stessi battibecchi dei protagonisti, tutti legati da una forte amicizia.
Ultima tappa del primo piano è stata la rappresentazione del rapporto di amore/odio di Adamo ed Eva; sono rimasta davvero senza parole.
Accompagnata da una musica molto azzeccata, la reinterpretazione della storia è stata magnifica; il gruppo, con un’attenta e una stupenda scenografia, ha unito varie tecniche di rappresentazioni teatrali con un inserimento interessante nella scena del serpente rappresentato in una coreografia di danza. Il lavoro dell’intero gruppo è stato studiato nei minimi dettagli ed è riuscito a tradurre la storia in maniera creativa ed estremamente originale.
Assunto il ruolo di guida (in seguito alla maratona presso le nostre scale), al secondo piano ho ripreso il mio percorso attraverso I Giorni Classici, però stavolta non più viaggiatrice ma da capitano.
Primo gruppo Romeo e Giulietta. Invece di rappresentare la famosa scena del balcone, il gruppo ha deciso di proporre la scena del ballo in cui i due protagonisti s’innamorano l’uno dell’altra a prima vista. Ho apprezzato l’adattamento semplice adottato in quanto, insieme alla bravura degli attori, è riuscito a trasmettere la dolcezza dell’amore tra i due protagonisti anche solo in pochi minuti.
In seguito abbiamo potuto ritrovare niente di meno che una rivisitazione del famoso musical Hamilton, che narra la storia di uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, Alexander Hamilton, di cui il gruppo ha deciso di presentare la storia d’amore che lo ha visto protagonista.
Nonostante l’impresa ardua di reggere il confronto con l’originale, soprattutto per il poco tempo a disposizione e la difficoltà nella scelta di quali canzoni presentare, posso affermare che la missione è stata quasi totalmente compiuta! Le attrici sono state in grado, nonostante qualche momento di difficoltà dovuto alla stanchezza, di cantare sempre in maniera egregia, quasi quanto gli originali.
In Odiare, Amare e Mafia sono state presentate dal gruppo, in modo molto intenso e toccante, diverse storie che, anche grazie alla perfetta interpretazione dei personaggi, di ogni parola e di ogni gesto, hanno lasciato il segno. Il momento in cui Borsellino muore reso spegnendo la candela che l’attore teneva in mano o la storia della bambina, poi divenuta donna, cresciuta nella mafia sono stati molto coinvolgenti. Tutto questo accompagnato da una violoncellista che ha dimostrato un gran talento nel dare la giusta atmosfera alle storie.
Avviandoci verso la fine del percorso il gruppo di Mare Nemico ha voluto dare al pubblico un forte messaggio, presentandoci una storia drammatica, la storia di un giovane migrante morto annegato nella traversata verso un mondo che credeva migliore, verso un futuro che gli è stato negato. Le parole della lettera che la madre del ragazzo ha scritto per il figlio morto hanno indotto a una profonda riflessione sulla possibilità di dare ancora un senso al termine humanitas quando sentiamo ogni giorno terribili notizie di cronaca legate all’immigrazione. Splendida la canzone che ha concluso la messa in scena.
Al termine della passeggiata per questa edizione de I Giorni Classici il gruppo sull’omofobia Amore omosessuale nell’Antica Grecia mi ha particolarmente stupita sia per la scenografia accurata sia per la trama ben sviluppata e il contesto molto bello e significativo. Mi ha lasciata un po’ perplessa il fatto che i bulli riuscissero ad ascoltare la vittima ma forse in un mondo che ancora non c’è potrebbe accadere…
E così finisce un’altra edizione de I Giorni Classici, una tra le più impegnative e belle nello stesso momento.

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