Inaugurato il progetto Contemporanea..mente a.s 2018/19 all”I.S.S. Galilei-Pacinotti di Pisa con: ‘un approfondimento sulla situazione economica e sociale dell’America Centrale’.
Resoconto di Elena Fuschi ( 2B afm ITE Pacinotti)
Le classi 2^B e 2^C afm dell’Istituto Tecnico Economico “A. Pacinotti” di Pisa hanno avuto modo di partecipare a un incontro organizzato nell’ambito del Progetto “Contemporanea..mente” dal professore di geografia Andrea Vento e relativo alla situazione economica e sociale dell’America Centrale. L’incontro, che ha visto la partecipazione del dottor Andrea Grillo, responsabile per la cooperazione internazionale per le Asl della Toscana nord-occidentale, costituisce la tappa finale di un percorso di approfondimento della situazione delle Americhe sotto l’aspetto non solo fisico ma anche economico, sociale e politico.
Il percorso che Contemporanea…mente ha proposto e propone a noi studenti rappresenta non solo un approfondimento di argomenti di studio presenti nel programma scolastico ma anche un importante stimolo alla conoscenza di popolazioni con tradizioni, storie e situazioni politiche ed economiche molto particolari e molto diverse dalle nostre in quanto determinate da particolari eventi storici.
Proprio per la diversità dei modelli che in questi Stati si sono formati è importante allargare la nostra conoscenza anche a essi così da avere la possibilità di analizzare ciò che ci circonda sotto punti di vista differenti da quelli ai quali siamo abituati e, proprio per questo, essere cittadini del mondo consapevoli.
L’America Centrale, il punto di vista geografico
La fase iniziale dell’incontro è stata trattata dal professor Vento che ha presentato brevemente l’America Centrale partendo dalla classificazione del continente americano che, dal punto di vista geografico, si divide in tre aree: settentrionale, centrale ed infine meridionale.
L’America Centrale comprende quella Istmica e quella Caraibica. Nella prima troviamo Guatemala, Belize, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Panama; nella seconda le Grandi Antille con Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana, Porto Rico e Giamaica e le piccole Antille. Nel complesso l’America Centrale gode di un livello di sviluppo sia economico che sociale inferiore rispetto a quella Meridionale come risulta dalla tabella preparata dal professor Vento (tabella 1).

Carta America caraibica
I governi progressisti hanno caratterizzato notevolmente la recente storia americana; nonostante i progressi sociali ottenuti con essi, sono entrati in crisi a partire dalla fine del 2015 e, oggi, sono presenti in Sud America solo in Bolivia e Venezuela (governo di sinistra) e in Uruguay (governo di centro-sinistra).
Una notevole influenza, in questo caso negativa, hanno avuto i governi oligarchici che hanno favorito lo sfruttamento delle terre locali da parte delle multinazionali. Queste ultime hanno imposto le piantagioni che ancora oggi sono diffuse. In Nicaragua, per esempio, è molto comune avere in famiglia qualcuno affetto da insufficienza renale cronica, anche tra i più giovani. L’utilizzo di pesticidi nelle piantagioni della canna da zucchero, la presenza di metalli pesanti nelle acque e nelle falde a causa delle frequenti eruzioni vulcaniche, l’utilizzo di bibite gassate e zuccherate invece che acqua – dato che spesso costano meno – per dissetarsi, l’alta disidratazione dovuta al clima caldo e alla scarsa assunzione di liquidi non fanno che aumentare la diffusione dell’insufficienza renale cronica che colpisce il 30% della popolazione del Nicaragua e il 15% dei giovani (dai 15 ai 19 anni), anche se normalmente questa malattia è tipica delle persone più anziane. L’IRC è quindi una piaga sociale anche perché colpisce i giovani che rappresentano la maggior parte della popolazione.
L’America Centrale, dal punto di vista storico
Dalla sua scoperta…
La colonizzazione delle Americhe inizia nel 1492; l’arrivo egli europei comporta lo sterminio degli Amerindi che vengono decimati soprattutto nell’area mesoamericana e caraibica. È infatti nell’area istmica e nel Messico centro meridionale che si sono sviluppate le principali civiltà come i Toltechi, gli Aztechi e i Maya. Successivamente all’arrivo degli europei si diffonde in queste zone l’economia di piantagione (con prodotti da esportazione come caffè, cacao, tabacco, canna da zucchero), ancora oggi esistente. Con l’esigenza di manodopera sorge contemporaneamente un commercio triangolare con Europa e Africa, commercio che comprende anche la tratta degli schiavi.
… alle lotte per la libertà…
Il primo paese ad abolire la schiavitù, in quanto colonia francese e quindi investito dallo spirito di libertà che in quegli anni era nato in Francia a seguito delle idee illuministiche, fu Haiti nel 1791. Alla fine del 18° secolo, col diffondersi delle idee illuministiche, nasce in tutta l’America Latina un sentimento nazionale e un conseguente movimento indipendentista, al cui interno si distingue Simon Bolivar, El Libertador, che teorizzò l’indipendenza dell’America Latina e la realizzò combattendo. L’azione di Bolivar porta alla nascita della Grande Colombia (unione di stati che comprendeva il Venezuela, la Colombia, Panama ed Ecuador) che, fondata nel 1819, si disgrega già nel 1831 sotto la pressione di interessi nazionalistici. Nel 1821 l’America Istmica raggiunge l’indipendenza, ma gli Stati Uniti la trasformano subito in propria zona di esclusiva influenza geopolitica ponendo su di essa un controllo indiretto (come enunciato nella Dottrina Monroe emanata nel 1823). Gli statunitensi inoltre costruiscono il canale di Panama (1914), dopo aver favorito la nascita della Repubblica di Panama (1903) dalla secessione della parte istmica della Colombia, aumentando il controllo sui paesi dell’area.
Nella seconda metà dell’800 nasce un movimento indipendentista anche a Cuba che nel 1898 sfocia in conflitto armato con la Spagna per la liberazione dall’oppressione coloniale. Gli statunitensi colgono in questa situazione la possibilità di interferire nella politica interna di Cuba e così, con un classico casus belli, entrano in guerra al fianco di quest’ultima. Il conflitto termina nel 1901 con la sconfitta spagnola e sancisce l’indipendenza, però solo formale, di Cuba e delle Filippine. Gli Stati Uniti ritengono questi due nuovi Stati una sorta di loro Protettorati tant’è che inseriscono nella Costituzione cubana l’Emendamento Platt secondo cui è permesso agli Stati Uniti stessi di interferire anche militarmente negli affari interni Cuba. Fino al 1959 (anno della rivoluzione guidata da Fidel Castro) si susseguirono governi autoritari e corrotti e dittature militari sotto il controllo degli Usa che nel frattempo avevano sviluppato forti interessi economici nell’isola.
Dalla fine del 18° secolo i territori e le risorse dei paesi dell’America latina iniziano a essere sfruttati dalle multinazionali statunitensi, fra le quali si distingue inizialmente la Fruit United Company (l’attuale Chiquita) nel settore della produzione di frutta tropicale, banane in particolare. La Fruit United Company ha interferito costantemente nelle vicende politiche degli Stati in cui operava tanto da far coniare già nel 1904 allo scrittore statunitense O. Henri il termine Repubblica delle banane per indicare gli Stati latinoamericani di piccole dimensioni dipendenti dall’economia di piantagione controllata dalle multinazionali straniere, governati dalle oligarchie locali e assoggettati all’invadente influenza politica di una potenza estera.
…agli avvenimenti più recenti!
Successivamente al periodo delle spietate dittature e dei golpe militari (1950-1980) in America Latina nascono democrazie dove al potere troviamo i dittatori e le oligarchie che si erano instaurati nei governi precedenti. Quegli stessi dittatori, nonostante i numerosi crimini di cui si sono macchiati, rimangono non condannati; in pratica le democrazie instauratesi, a cui col nuovo millennio fa seguito l’inattesa stagione dei governi progressisti, sono fasulle.
La cooperazione come risposta efficace
Impegnato in un progetto di cooperazione per aiutare la popolazione del Nicaragua frutto della collaborazione fra l’associazione Italia-Nicaragua e la regione Toscana, il professor Andrea Grillo continua a impegnarsi nel combattere gravi malattie come l’IRC.
La soluzione a casi molto gravi di insufficienza renale è la dialisi, che si effettua con macchinari molto costosi poco presenti in America centrale e che non è offerta dal servizio sanitario nazionale, presente anche in Nicaragua ma non in grado di garantire molti servizi.
Per rimediare a questo problema è importante la prevenzione, abbinata a una buona dieta, a un corretto stile di vita e a costanti controlli medici. La prevenzione primaria consiste nell’evitare le cause della malattia, quella secondaria nella cura immediata appena si scopre della malattia e quella terziaria nell’assicurare ai malati conclamati una migliore condizione di vita.
Il progetto di cooperazione permette di avere cure mediche anche nei paesi più poveri dove i costi per i servizi sanitari non sono accessibili a tutti, di fare analisi e di curare i casi più gravi in paesi con assistenza medica garantita a tutti e più sviluppata. Ciò è quello che è successo a due donne (madre e figlia) ricoverate in Italia tramite questa cooperazione per rendere possibile una donazione di rene dalla madre alla figlia. Queste persone hanno la possibilità di essere curate grazie a un’assicurazione che permette di usare i servizi sanitari del Paese che le accoglie.
Questi progetti sono finanziati da bandi pubblici e donatori privati.
Anche nei paesi sviluppati l’assistenza sanitaria necessita di ingenti investimenti; la crisi economica ha portato alla parziale privatizzazione del servizio pubblico, causando la crisi di molti sistemi sanitari e aumentando le disuguaglianze sociali non solo tra i vari paesi ma anche all’interno di uno stato stesso. Chi ha un basso reddito, non potendo concedersi assistenza medica privata, vede la sua speranza media di vita diminuire, anche di sette anni rispetto a chi si può permettere l’assistenza sanitaria.
Il fatto che un Paese non riesca a avere una politica e un’economia indipendente a causa dell’oppressione di un Paese più potente mi lascia particolarmente indignata. È inaccettabile che le multinazionali sfruttino senza scrupoli popoli o territori di un Paese in difficoltà costringendolo così ad affrontare problemi ancora grandi. Negli ultimi anni i governi in America Latina sono tornati a non essere progressisti e l’economia caratterizzata dalle opprimenti piantagioni delle multinazionali si è andata radicandosi. Di qui le malattie come l’IRC legate anche ai pesticidi utilizzati e al fatto che il Paese non riesce ad avere un’economia indipendente capace di permettere un dignitoso livello di vita alla popolazione. Ciò a riprova di come le multinazionali non si interessino dei bisogni umani del Paese in cui sono attive ma mirino esclusivamente al completo sfruttamento di quest’ultimo. È per questi motivi che sono importanti le attività di cooperazione come quella del professor Grillo, perché possono aiutare un popolo a eleggere i loro governi e a costruire le loro economie in modo autonomo.
Tabella 1: situazione economica e sociale dei paesi del Centro e del Sud America
|
America Latina e Caraibica Situazione economica e sociale |
||||
| Stato | Pil pro capite
U.S. $ |
Speranza di vita
Maschi Femmine |
Mortalità infantile
X 1.000 |
|
| Nord America | ||||
| Messico | 8.555 | 75 | 79 | 11,3 |
| America centrale | ||||
| Area Istmica | ||||
| Belize | 4.636 | 67 | 73 | 14,2 |
| Costa Rica | 11.835 | 76 | 81 | 7,7 |
| El Salvador | 4.343 | 69 | 78 | 14,4 |
| Guatemala | 4.089 | 68 | 76 | 24,3 |
| Honduras | 2.609 | 71 | 76 | 17,4 |
| Nicaragua | 2.120 | 72 | 78 | 18,8 |
| Panama | 13.654 | 75 | 81 | 12,5 |
| Area Caraibica | ||||
| Cuba | 7.657 | 78 | 82 | 4,3 |
| Giamaica | 4.931 | 74 | 78 | 13,5 |
| Haiti | 761 | 61 | 65 | 52,2 |
| Rep. Dominicana | 7.159 | 71 | 76 | 22,9 |
| Sud America | ||||
| Argentina | 12.503 | 73 | 80 | 11,1 |
| Bolivia | 3.197 | 66 | 71 | 30,6 |
| Brasile | 8.727 | 71 | 78 | 14,6 |
| Cile | 13.576 | 79 | 85 | 7 |
| Colombia | 5.792 | 71 | 78 | 13,6 |
| Ecuador | 5.930 | 73 | 79 | 18,4 |
| Guyana | 4.475 | 64 | 69 | 32 |
| Paraguay | 4.003 | 71 | 75 | 17,5 |
| Perù | 6.199 | 72 | 78 | 13,1 |
| Suriname | 6.333 | 68 | 75 | 19 |
| Uruguay | 15.679 | 74 | 81 | 7,5 |
| Venezuela | 9.258 | 70 | 79 | 12,9 |

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