Giovedì 23.01.2025 Viola Ribaldi e Nicole Schiavone, hanno intervistato i due rappresentanti di Istituto, Andrea Campanelli e Adriana Longobardo, in merito ai fatti del 10.12.2024. Al lettore quanto da loro dichiarato:
In seguito a numerose trattative vi è stata concessa l’autogestione, dopo i tentativi di occupazione nella notte tra il 9 e il 10 Dicembre, secondo voi come ha aiutato questa ai fini della causa?
A. Campanelli: Sicuramente l’autogestione è stato un mezzo per portare i ragazzi a potersi informare un minimo, magari quanto basta per poter condurre le proprie ricerche su quanto successo. Il tentativo di occupazione poteva passare in sordina, apparire come qualcosa di estraneo o sconosciuto, perché non se ne conoscevano le cause, quindi l’autogestione si è rivelata molto utile perché alla fine ha permesso a molti ragazzi, a prescindere da se fossero d’accordo o meno, di ampliare il proprio punto di vista, dato anche quanto è successo successivamente in scuole come il Pacinotti.
A. Longobardo : Sarebbe stato quello che si sarebbe dovuto fare durante l’occupazione, perché questa è di base un elemento di protesta però serve anche ad informare, organizzando attività, cosa che abbiamo fatto con l’autogestione, che è uno strumento legale.
Per quanto riguarda la decisione di richiedere l’assemblea straordinaria, potreste spiegarci l’iter che ha portato a ciò?
A. Campanelli : L’assemblea straordinaria, come dice la stessa parola, non è un qualcosa che si prevede. Noi infatti siamo venuti a sapere quanto accaduto nella notte (il tentativo di occupazione) e ci siamo resi conto, siccome già cominciava a circolare la voce tra i professori, che fosse giusto spiegare ai ragazzi i motivi. Abbiamo ritenuto che un evento del genere avesse bisogno di una spiegazione per cercare così di limitare al minimo le voci. Quindi l’assemblea straordinaria è stata un’idea di noi due, appoggiata non da tutti perché chiaramente ci sono state delle lamentele anche da parte dei professori. Tuttavia siamo soddisfatti perché grazie a questa assemblea è stato possibile informare tutti di quanto accaduto.
A. Longobardo: Ribadiamo che l’assemblea era a scopo informativo e ci rendiamo conto che ricevere un messaggio sul gruppo delle comunicazioni come quello che vi è stato inviato, senza sapere cosa stesse succedendo, può essere parso strano, ma appunto la nostra intenzione era quella di dare queste informazioni dal vivo perché via messaggio non sarebbe stato possibile spiegare chiaramente.
Per quale motivo non c’è stata una consultazione prima di chiedere l’assemblea straordinaria?
A. Longobardo : Questa decisione è derivata dalla situazione straordinaria e fare un sondaggio avrebbe richiesto molto tempo e le persone non avrebbero capito bene quanto stavamo proponendo. Lo scopo non era occupare, ma piuttosto spiegare i motivi dietro al tentativo di occupazione e venire poi a conoscenza di cosa ne pensassero i vari studenti. Abbiamo ritenuto fosse necessario fare quest’assemblea straordinaria per spiegare.
Quindi lo scopo dell’assemblea era spiegare le cause specifiche di questo tentativo di occupazione?
A. Longobardo: Si, ma anche come funzionano le occupazioni generalmente. Se avessimo fatto un sondaggio, cosa avremmo dovuto chiedere? Volete fare un’assemblea straordinaria? Ci avrebbero chiesto per quali motivi, e noi cosa avremmo potuto rispondergli? Per spiegarvi come funziona l’occupazione? Capite bene che sarebbe stato più complicato e lento come processo. Sappiamo che è stata una via affrettata ma abbiamo ritenuto fosse quella più efficace per ottenere l’assemblea, data la situazione.
Potete spiegare il colloquio con la preside e come sono avvenute le trattative per ottenere questa assemblea?
A. Campanelli: Si, allora noi inizialmente abbiamo parlato con il professore Cerrai. La prima persona con cui abbiamo tentato di interagire è stata naturalmente la preside che tuttavia non era disponibile al momento e quindi ci siamo rivolti a lui, dal momento che non era presente neppure la vicepreside. Abbiamo cercato a lungo di metterci in contatto con la preside, per questo abbiamo impiegato molto tempo a dare informazioni, fin quando non ci ha risposto al telefono. La nostra idea era portare a qualcosa che avesse un impatto istantaneo e proprio per questo c’è stata una trattazione sugli orari, proprio perché io non volevo che fosse qualcosa di regolare ma che piuttosto facesse scalpore fra gli studenti. La preside non si è mostrata irritata nei nostri confronti.
Quali sono stati gli esiti di questo confronto?
A. Campanelli : La preside ci ha proposto un orario che sarebbe divenuto istituzionale. C’è stata un po’ di incertezza su questo aspetto: il fatto che la preside ci avesse proposto l’assemblea alle 11.00, non significa che quella organizzata da noi prima fosse illecita. Semplicemente non rientrava nelle attività scolastiche, e quindi è come se le persone non avessero partecipato alla giornata scolastica. Alcuni sostengono che questa non fosse lecita, ma la preside era al corrente di quanto stava accadendo.
Indipendentemente da cosa la preside sapesse o meno, come è possibile che un’assemblea non autorizzata, che comunque ha portato ha delle conseguenze quali l’assegnazione di un’assenza, non sia illecita?
A. Longobardo: Sicuramente è qualcosa di non programmato, la preside ci aveva proposto un orario ma secondo noi fare l’assemblea alle 11.00 ne avrebbe deturpato il senso, poi mi ché la situazione sarebbe rientrata nella normalità, mentre a nostro parere richiedeva un impatto forte. La preside si è rifiutata di concedere l’assemblea alle ore 8.00 ma era al corrente fin dal principio delle nostre intenzioni. L’assemblea non comportava a rischi scolastici, come note o sospensioni.
A. Campanelli: Anzi quando alcuni professori hanno palesato dei dubbi, noi li abbiamo informati del fatto che la preside ne fosse a conoscenza.
Perché non avete messo tutti al corrente del fatto che l’assemblea straordinaria non era stata autorizzata in quell’orario? Non è forse giusto informare le persone così che prendano parte o meno, consapevolmente, a quella che è di fatto una violazione di una direttiva?
A. Longobardo: Io in realtà non ci ho pensato troppo. Sinceramente non so perché non l’abbiamo fatto.
A. Campanelli: Il fatto che la preside avrebbe concesso l’assemblea per le 11.00 era un’ipotesi, il motivo per cui non abbiamo avvertito è che visto questa non era una certezza, forse per una dimenticanza, forse proprio per volontà nostra, abbiamo evitato di dare informazioni che avrebbero potuto innescare dubbi nei compagni, soprattutto nei più piccoli.
A chi vi ha criticato per il fatto che il comunicato letto il 10 dicembre fosse quello del Dini, cosa rispondete?
A. Longobardo: Il comunicato doveva essere comune, dal momento che anche il liceo Ulisse Dini, il Filippo Buonarroti e il Passaglia di Lucca erano occupati, proprio perché avevamo tutti gli stessi fini. Il Buonarroti ha letto lo stesso comunicato nostro del Dini.
A. Campanelli: Potrebbe sembrare che quello fosse il comunicato solo del Dini, ma in realtà ci è stato assicurato dai membri del collettivo e studenti di altre scuole che quanto ci era arrivato era stato scritto in comune accordo da questi tre istituti di Pisa.
Molti hanno lamentato il fatto che nel tentativo di abbandonare l’assemblea abbiano trovato il cancello chiuso e sorvegliato dagli occupanti del Dini. Visto che in precedenza parlavate di una collaborazione con gli studenti di quest’ultimo, questa è stata una decisione presa congiuntamente? Se non, perché non avete mediato con loro per tutelare gli interessi di coloro che voi rappresentate?
A. Campanelli: In qualità di rappresentanti noi non eravamo a conoscenza di questa questione. Quella del cancello è una decisione del Dini.
A. Longobardo: Il punto è che il cancello è un punto un po’ nevralgico dell’occupazione; da questo possono entrare gli studenti ma anche i professori intenzionati a interrompere l’occupazione. Se ci fosse stato riferito durante l’assemblea, saremmo intervenuti.
Il fine di questa assemblea quindi era puramente a scopo informativo?
A. Longobardo: Si, noi ovviamente volevamo sapere cosa ne pensasse il Classico a riguardo e capire se era favorevole o meno ad un’occupazione ma non nell’immediato.
A. Campanelli: Questo anche perché non vi erano le condizioni per attuarla. L’assemblea era informativa, il parere in merito all’occupazione rientrava nell’ambito della conoscenza generale di quanto successo.
E’ vero che è stata fatta una conta per capire chi sarebbe stato favorevole a questa occupazione e poi è stato chiesto alla preside se si potesse tentare?
A. Longobardo: Si, dunque questo è stato gestito in maniera piuttosto confusionale. Il voto è stato favorevole all’unanimità credo, non mi ricordo quanto precisamente perché io non c’ero in quel momento.
A. Campanelli: I numeri precisi non li ricordiamo ma mi sento di sostenere, avendo visto le mani alzate, la maggioranza di coloro presenti erano sicuramente favorevoli. Quella che è stata ritenuta da molti una elezione per capire se occupare o meno, in realtà aveva più uno scopo informativo. Siamo poi andati a parlare con la preside per capire quali mezzi avevano a disposizione per dare sfogo a questo desiderio.
A. Longobardo: Un conteggio preciso non c’è stato, quindi noi non abbiamo idea del numero preciso, né degli astenuti, Andrea ha chiesto e a livello visivo abbiamo preso atto che la maggior parte erano favorevoli all’eventuale occupazione.
Perché i rappresentanti tendono ad agire separatamente se i due istituti formano un’unica scuola, in particolar modo in quest’occasione?
A. Longobardo: In questo caso specifico abbiamo agito come rappresentanti del Classico perché il Pacinotti non aveva occupato. L’istituto è lo stesso ma in questi casi ogni scuola agisce singolarmente. In generale noi cerchiamo il più possibile di rimanere in contatto con i rappresentanti d’istituto proveniente dal Pacinotti. Durante l’assemblea non autorizzata siamo andati a parlare con i rappresentanti di classe del Pacinotti.
A. Campanelli: Sì, perché anche loro avevano fatto un’assemblea straordinaria per questioni interne loro. Ci hanno detto che anche loro era stata concessa l’autogestione in merito a quanti successo. Noi cerchiamo di rimanere in contatto, anche se naturalmente ognuno di noi ha disponibilità diverse, non sempre compatibili. Collaboriamo comunque per quanto riguarda il merch.
Quando dite che il Pacinotti non è stato coinvolto nell’iniziativa perché non vi era stato un tentativo di occupazione, intendete dire che avete avuto un confronto con gli altri due rappresentanti di istituto o è una decisione totalmente vostra?
A. Campanelli: Quando siamo andati a parlare con la preside la seconda volta -verso le 10- , abbiamo cercato anche loro e ci siamo incontrati nella vicepresidenza del Pacinotti. Abbiamo spiegato loro la situazione a quel punto; prima non glielo avevamo potuto comunicare proprio per la celerità con cui si erano susseguiti i fatti la mattina. Il giorno dopo a loro è stata concessa l’assemblea.
Avete notato delle contraddizioni tra quanto riferito dai rappresentanti delle classi del Pacinotti e quelli di istituto?
A. Longobardo: Allora prima abbiamo incontrato casualmente i rappresentanti di classe in aula magna e poi quelli di istituto, i quali si stavano allontanando per andare a parlare con la preside. Questi ultimi ci hanno riferito che erano assolutamente contrari all’occupazione. I rappresentanti di classe, al contrario, ci hanno chiesto informazioni su quanto stesse accadendo e sul perché non potessero ottenere anche loro l’assemblea straordinaria. Noi gli abbiamo spiegato che non dovevano rivolgersi a noi e che avrebbero dovuto fare riferimento ai loro rappresentanti.
Cominciamo un po’ con un bilancio su com’è andata l’autogestione? Siete contenti dei risultati ottenuti?
A. Longobardo: E’ andata bene per essere stato organizzato tutto all’ultimo momento, il primo giorno c’è stata un po’ più di confusione generale com’è normale. Ciò che ha funzionato meno sono stati forse i cineforum. Le attività sono state molto seguite e molto apprezzate.
A. Campanelli: Anche io sono molto soddisfatto. Il fatto che sia andata bene si è visto sia dalla grande partecipazione degli studenti e le lamentele dei professori sono state minime se non assenti. Spero che per gli studenti sia stato uno spunto di rivalutazione di un qualcosa che alcuni ritengono inutile e abbiano capito la sua efficacia.
Alcuni vi hanno accusato di avere fatto un abuso di potere durante l’assemblea del 10.
A. Longobardo: Abuso è una parola forte. Abbiamo fatto del nostro meglio.
A. Campanelli: Era una situazione straordinaria e ha richiesto soluzioni straordinarie.
C’è una differenza tra autogestione e Giorni classici?
A. Longobardo: Si, i Giorni classici sono inseriti nel PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) e sono quindi un progetto della scuola. Non sono esclusivamente organizzati dagli studenti come l’autogestione e inoltre hanno una diversa finalità; l’autogestione è un momento di autoformazione degli studenti cosa che non sono i giorni classici.
Cos’è uscito nel Consiglio d’Istituto riguardo alle “sanzioni”?
A. Longobardo: Durante il consiglio abbiamo rivista la legge nazionale riguardo le assemblee dov’è scritto che le assemblee non possono essere più di 4 in un anno e più di una al mese e la preside ci ha fatto notare che lei ci ha già concesso tante assemblee in più (in un anno abbiamo normalmente 7 assemblee). Dal momento che si è verificata questa situazione straordinaria ha deciso eliminare completamente le assemblee al Pacinotti e lasciarne una per il Classico.
A. Campanelli: Vorremmo però trovare uno spazio esterno all’orario scolastico dove parlare con i rappresentanti, magari aprendoci il cortile.
Com’è il clima tra professori e studenti? Ci sono stati degli scontri nei momenti dell’autogestione o subito dopo gli eventi?
A. Campanelli: Diciamo che noi siamo convinti che non c’è alcun motivo di astio tra professori e studenti. Il modo in cui sono state svolte le cose ha cercato un punto di incontro tra studenti e professori. La nostra speranza è che non ci siano state particolari tensioni.
A. Longobardo: Durante i momenti di protesta ci sono stati un po’ di scontri, dovuti alla situazione nuova ma dopo, nei giorni di autogestione, i professori sono stati molto contenti della gestione.
Alcuni professori hanno accusato il Classico di essere stati la causa dell’occupazione o distruzione del Pacinotti. Come rispondete alla cosa?
A. Campanelli: Quella che è stata l’autogestione al Classico e quella che è stata la distruzione al Pacinotti sono due fatti completamente distaccati, tant’è che sono avvenuti in due lassi di tempo completamente diversi. L’autogestione al Pacinotti ha avuto un esito buono, la stessa vicepreside del Pacinotti lo ha affermato. Ciò che è avvenuto dopo non mi sento di definirlo causato dal classico ha infatti avuto una matrice diversa, uno scopo di distruzione e basta.
Pensate di poter riportare l’autogestione nei prossimi anni?
A. Campanelli: Innanzitutto bisognerebbe presupporre che saremo nuovamente rieletti il prossimo anno. Questa autogestione in particolare nasce come protesta perciò è difficile definire se ci sarà un tale avvenimento anche l’anno prossimo; non si può dire se diventerà un evento periodico.
A. Longobardo: A mio avviso, se l’autogestione è piaciuta agli studenti, può allora essere riproposta ma ci saranno delle limitazioni, non si può pensare di fare autogestione, giorni classici e assemblee. Qualcosa andrà ripensato.
Viola Ribaldi (classe 3B – liceo classico) – Nicole Schiavone (classe 5C – liceo classico)
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