Il mondo della musica, in particolare quello del rock ‘n roll, ha lungamente camminato su un sentiero dominato dagli uomini, spesso caratterizzato da un maschilismo dilagante. Le donne, per lo più, erano confinate al ruolo di coriste o dovevano adattarsi a rigidi canoni estetici, relegando le poche eccezioni al ruolo di soliste che dovevano soddisfare precise aspettative di bellezza e compostezza. Tuttavia, l’avvento del punk rock negli anni ’70 ha segnato una svolta radicale in questo panorama, aprendo le porte a una nuova generazione di artiste determinate a rompere gli schemi e a imporsi senza compromessi.
Negli Stati Uniti, Patti Smith è stata una delle prime a sollevare la bandiera del punk rock femminile. Nata a Chicago nel 1946, ha fatto il suo ingresso nella scena musicale con l’album “Horses” nel 1975, diventando un’icona del movimento grazie alla sua poetica ribellione imbevuta di riferimenti biblici. Il suo brano “Because the Night”, pubblicato due anni dopo, ha catturato l’attenzione del pubblico globale, confermandola come una delle figure più influenti del punk rock americano.
Anche dall’Inghilterra sono arrivate voci femminili che hanno lasciato un’impronta indelebile sulla storia della musica. Siouxsie Sioux, ispirata dall’energia dei Sex Pistols, ha fondato la sua band, Siouxsie and the Banshees, debuttando con l’album “The Scream”, caratterizzato dal singolo “Hong Kong Garden”, manifesto contro il razzismo e l’oppressione. Sioux è diventata un’icona della moda punk, evolvendosi successivamente nel movimento della “gothic fashion”, e continua a essere attiva nella scena musicale. Inoltre, si esibì in concerto proprio a Pisa nel 2008, seppur da solista.
Seguirono poi le X-Ray Spex di Poly Stirene e le Slits di Ari Up, che furono ulteriori pietre miliari. Ari Up fu influenzata a formare la sua band da Joe Strummer dei The Clash, che le insegnò inoltre a suonare la chitarra da bambina.
Debbie Harry, frontwoman dei Blondie, ha contribuito in modo significativo alla rivoluzione punk nonostante le critiche per il sound più pop della sua band. La sua presenza scenica e la sua spregiudicatezza hanno incarnato lo spirito ribelle del movimento. Nonostante i detrattori, Harry è stata una pioniera nell’aprire nuove strade per le donne nel mondo della musica, dimostrando che il punk non è solo una questione di suoni, ma anche di atteggiamento e sfida alle convenzioni.
L’apertura del punk alle donne rappresenta una svolta spesso sottovalutata, ma cruciale, nella lotta contro la discriminazione. Il punk ha mostrato che la musica è un territorio senza confini di genere, dove l’autenticità e la passione trionfano sul conformismo. Queste donne non hanno solo suonato: hanno urlato, strimpellato e combattuto per la loro voce, trasformando un genere e una mentalità in un’opportunità per tutti.
Ginevra Ricci (ex-studentessa liceo classico)
Lascia un commento