La recente edizione della Supercoppa Italiana in Arabia Saudita ha sollevato un’ondata di polemiche, evidenziando un calcio italiano che sembra aver perso di vista la sua essenza, scambiando la passione per il gioco con il richiamo del denaro.
I fischi rivolti a Gigi Riva nel minuto di silenzio, accompagnati da spettatori che sembrano ignorare l’anima del calcio, sono la sintesi di un evento che possiamo definire “dimenticabile”. La partita stessa, giocata in uno stadio di “plastica”, ha suscitato critiche per essere stata organizzata unicamente per sfruttare le risorse finanziarie offerte dal paese ospitante.
Un episodio simile era accaduto anche in occasione della commemorazione di Franz Beckenbauer, spiegata dalla Lega Serie A come una forma di raccoglimento non contemplata nella cultura araba, rafforza l’idea che il calcio italiano abbia perso il contatto con i valori umani e sportivi. La reazione insofferente al minuto di silenzio, un gesto non solo sportivo ma anche umano, di rispetto e condivisione del dolore, sembra indicare una mancanza di comprensione da parte di coloro che vedono questo momento come un “fastidio superfluo”.
Il contrasto tra l’eredità di Gigi Riva, l’uomo che ha preferito dire no al denaro offerto, per preservare l’amore per la sua terra, e la vergognosa commemorazione in Arabia Saudita, solleva domande sulla direzione che il calcio italiano ha intrapreso. La Supercoppa Italiana, concepita come uno sfregio alla passione dei tifosi, appare sempre più come un evento guidato da interessi finanziari piuttosto che dalla vera essenza dello sport. Il calcio italiano sembra essersi allontanato dal “Rombo di Tuono” che una volta rappresentava, cedendo alla tentazione di una locandina finanziaria. Mentre i soldi possono comprare stadi moderni e occasioni lucrose, sembra che la ricchezza abbia anche acquistato l’anima e la storia del calcio, riducendo l’amore per il gioco al ruolo di un semplice affare.
La Supercoppa Italiana in Arabia Saudita è diventata così una prova evidente di come il calcio si stia sacrificando sulla croce dell’interesse finanziario, tradendo la passione dei tifosi e il legame autentico con le sue radici.
Giovanni Paolo Piccirilli (classe 4A – Liceo classico)
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