Cosa ha portato al Golpe?
Come sappiamo nel 2016 la Presidente Dilma Rousseff è stata deposta dalla presidenza tramite una procedura di impeachment, una messa in stato di accusa di una persona che detiene una carica pubblica ritenuta colpevole di azioni illecite nell’esercizio delle proprie funzioni allo scopo di provocarne la destituzione.
La procedura di impeachment è stata avviata dall’ex presidente del congresso Eduardo Cunha, al tempo appartenente al Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), all’epoca “alleato” politico della Rousseff. Infatti Cunha, dopo numerose minacce alla Presidente, diede corda alle richieste da parte della destra brasiliana, facendo cascare la prima tessera di un domino che ha portato più avanti Bolsonaro alla presidenza.
Il Golpe
La procedura di impeachment si basò su alcuni presunti illeciti:
- una non comprovata irregolarità di alcune manovre fiscali con cui il suo governo avrebbe coperto buchi di bilancio tra 2014 e 2015.
- intercettazioni “incriminanti” nello scandalo Petrobras, l’azienda petrolifera di Stato, che riguardavano sia l’ex Presidente Rousseff che l’attuale presidente Lula, rese pubbliche illegalmente dal giudice Sergio Moro, diventato poi ministro della giustizia con Bolsonaro;
- l’accusa di aver nominato Lula ministro della casa civile per garantirgli l’immunità.
Tutte ragioni immediatamente definite inconsistenti dalla Rousseff.
Tuttavia nell’aprile del 2016 la Camera dei deputati votò a favore della procedura di impeachment, decisione che fu confermata poi dal Senato che inizialmente sospese la Rousseff per sei mesi, rimpiazzata ad interim dal suo vice-presidente Michel Temer, anch’egli del Partito del Movimento Democratico Brasiliano. Successivamente, il 31 agosto dello stesso anno, il Senato approvò la sua destituzione, a quel punto, invece di andare a nuove elezioni, a seguito di accordi tra la destra e il centrodestra con a capo Temer, viene compiuto un vero e proprio ribaltamento dell’esito elettorale, facendo subentrare definitivamente un nuovo governo sostenuto dalla destra con Temer presidente.
Molto importante da notare è il fatto che 74 politici brasiliani, di cui 8 ministri, 3 governatori, 24 senatori e 39 deputati furono indagati per corruzione, tra cui anche Eduardo Cunha, arrestato per riciclaggio di denaro e corruzione. Nascondeva 5 conti correnti in Svizzera con un valore di circa 5 milioni, di cui alcuni provenienti dallo scandalo Petrobras. Quasi scontato l’appoggio statunitense al golpe che con un Brasile e un Sud-America sempre più autonomo nel decennio precedente, cerca di porre fine alla stagione dei governi progressisti, mettendo al potere governi conservatori e filo statunitensi.
A Temer, una volta portato a termine il mandato presidenziale usurpato, il 1 gennaio 2019, succede Jair Bolsonaro, candidato di estrema destra, il quale verrà tuttavia sconfitto alle successive elezioni da Lula che tornando dal 1 gennaio 2023 al “Palazzo di Pian Alto” riporterà il Paese alla democrazia.
Rodrigo Rivas
Chi è Rodrigo Rivas?
Rodrigo Rivas è figlio di un esule catalano. Suo nonno, essendo antifascista, nel 1939, al termine della Guerra civile spagnola (che terminò con la vittoria di Francisco Franco) si trasferì in Cile, a Santiago.
Rodrigo possiede una famiglia molto numerosa, 7 fratelli e sorelle, con tutti che prendono strade diverse tra loro. Rodrigo si laurea a 23 anni nella facoltà di Scienze Politiche e, durante gli studi, fa la conoscenza del presidente di allora Allende che lo nominerà suo consulente personale per i giovani e gli studenti.
Subito dopo la sua elezione a Deputato nella primavera del 1973, l’11 settembre dello stesso anno avviene un colpo di stato da parte dei militari, guidato dal generale Pinochet, ministro della Difesa di Allende.
Allende muore durante il bombardamento della Moneda, il palazzo presidenziale, e come tutte le persone vicine a lui, Rivas viene braccato dall’esercito e dalla polizia, cosa che porterà alla morte del padre e all’abbandono da parte di Rivas del Cile, dopo essersi rifugiato nell’ambasciata del nostro Paese. In Italia, ottiene asilo politico e si stabilisce a Milano e successivamente in Umbria.
Incontro con Rodrigo
Durante l’incontro Rodrigo spiega, come già anticipato dal professor Andrea Vento, che l’America Latina o Ibero America, definita così per via della lingua e delle colonizzatori, è un territorio esteso dal Messico fino alla terra del fuoco. Lo spagnolo è la seconda lingua madre più parlata al mondo (dopo il mandarino cinese). La religione è per la maggioranza cattolica, importata dal territorio europeo dai colonizzatori. La colonizzazione da parte dei portoghesi e degli spagnoli dell’America Latina ottenne l’approvazione anche dalla Chiesa che così riuscì ad arrivare a nuove persone e conquistare nuovi fedeli.
Per evitare conflitti tra due potenze cattoliche il 4 Maggio 1493, venne emesso un editto voluto da Papa Alessandro VI, che divideva tramite una riga/meridiano, (in spagnolo: raya; in portoghese: raia), il pianeta in due parti, le terre a est di questa linea appartenevano al Portogallo, quelle a ovest alla Spagna.
Ovviamente il papa favorì la sua madrepatria (Spagna), concedendogli più territorio, cosa che portò un anno dopo, più precisamente il 7 Giugno 1494, dopo le lamentele da parte dei portoghesi, a una modifica della raya tramite un nuovo trattato, il Trattato di Tordesillas (figura 1).
Figura 1: spartizione dei territori tra Spagna e Portogallo. (La linea viola è la Raya)
La colonizzazione portò numerosi vantaggi all’Europa, infatti circa una novantina di prodotti di uso comune o frequente, proviene in maggioranza dall’America Latina. Importante anche lo sfruttamento di risorse minerarie, come oro e argento, da cui si ricavarono tonnellate di minerali preziosi. Dopo qualche secolo di dominazione europea, precisamente dal 1800 in poi, le colonie si ribellarono, arrivando, dopo numerose guerre contro i colonizzatori, alla loro libertà ed indipendenza. Il primo Paese a diventare indipendente nell’America Latina fu Haiti nel 1804, che tuttavia fu costretto dalla Francia a pagare un pesante tributo (90 mln di franchi d’oro), cosa che lo trasformò dalla colonia più ricca nel Paese più povero.
Dalla fine del 19esimo secolo fino a metà del 20esimo il processo di emigrazione italiana verso il Sud America fu incredibile. Moltissime persone lasciavano l’Italia con la famiglia o senza in cerca di un futuro migliore, in un continente nuovo, che offriva nuove opportunità di lavoro a chi lasciava l’Italia per via delle trasformazioni socio-economiche che avvenivano, specialmente al Nord.
Il Paese “preferito” dagli italiani era l’Argentina, circa 1.500 persone al giorno, raggiungevano l’Argentina nel porto di Buenos Aires, ciò nonostante la città con più italiani o con origine italiana è San Paolo, infatti la Metropoli possiede circa 5 mln di abitanti di origine italiana. La presenza italiana è stata determinante nella formazione dell’Argentina e del Brasile come paesi moderni, ma anche nel resto del Sudamerica l’influenza degli italiani si è fatta sentire in misura notevole. I primi flussi come già detto furono quelli degli esuli risorgimentali, seguiti poi da persone in cerca di lavoro, spinti dalla miseria. La grande emigrazione avvenne dal 1876 in poi; fu intensa per tutta la durata del secolo successivo fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, quando subì una riduzione fino alla fine del secondo conflitto mondiale dove poi riprese per soli pochi anni.
Figura 2: l’imbarco di una nave nel porto di Genova Diretta verso Buenos Aires
Davide Filippeschi (classe 2A Afm – ITE) – Attività di approfondimento del Progetto Contemporanea..mente
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