Durante l’estate alcuni alunni della classe 4B hanno tradotto, insieme al dottor Camillo Pellizzari, allievo della Scuola Normale Superiore, la declamazione 27 di Libanio.
Chi era Libanio, cosa è una declamazione e di cosa parla la Declamazione 27?
Libanio è un retore vissuto nel IV secolo d.C.. Nacque ad Antiochia di Siria e si formò ad Atene, per poi iniziare la carriera di insegnante di retorica a Costantinopoli. Tornò nella sua città natale nel 354 dove rimase ad insegnare fino alla sua morte.
Il genere della declamazione era tra i più diffusi nell’antichità, stando alla base dell’apprendimento della retorica. Se le prime attestazioni di declamazioni risalenti a prima dell’età romana, le declamazioni diventarono un vero e proprio genere letterario dalla seconda metà del I secolo a.C.. Della declamazione hanno due sottogeneri: le controversiae e le suasoriae, discorsi fittizi, i primi di natura giudiziaria, i secondi di tipo deliberativo. Ci sono arrivate le declamazioni in latino di Seneca il Vecchio, Calpurnio Flacco e Quintiliano, mentre in greco abbiamo i più ampi corpora di declamazioni di Elio Aristide, Libanio e Coricio.

Il contenuto della Declamazione 27 di Libanio, divisa in 27 paragrafi, si intuisce già dal sottotitolo dell’opera: “Uno scontroso è caduto. Suo figlio, essendo presente, ha riso. E il padre lo disereda”. Il protagonista è un padre che accusa il figlio di averlo offeso deridendolo e, per questo, si trova davanti ai giudici per diseredarlo. Ciò che rende comica e divertente la declamazione è la tipizzazione del personaggio del padre: l’amore che il burbero prova per la solitudine, complementare al suo odio per le persone e la città, porta il protagonista a fare considerazioni estremamente esagerate.
Il lavoro di traduzione, analisi e commento della Declamazione 27
La traduzione della Declamazione è stata svolta nel corso dell’estate dagli alunni della classe 4B, sotto la guida del dottor Camillo Pellizzari di San Girolamo della Scuola Normale Superiore. Le lezioni si sono tenute online, su Skype, con cadenza settimanale.
Gli studenti hanno avuto modo di confrontare e precisare la loro traduzione con quella degli studiosi Dale Alan Russell (in lingua inglese), María José García Soler (lingua spagnola) e Fredericus Morellus (latino), consultando le i testi critici di Lieve van Hoof, María José García Soler e Mikael Johansson.
Alla fine della traduzione, gli studenti hanno poi avuto modo di fare specifiche ricerche riguardo la vita di Libanio e il genere della declamazione, facendo un’analisi di quanto osservato nel corso dell’attività (link qui per visualizzare la cartella Drive con il lavoro definitivo degli studenti) e realizzando un breve commento al testo.
Grazie al dottor Pellizzari è stato possibile avvicinarsi al mondo universitario e alla ricerca con un’attività a volte faticosa, spesso non semplice ma sempre molto affascinante.
Libanio Declamazione 27 – introduzione, traduzione e commento
Giulia De Ieso (classe 4B – liceo Classico)
Una bellissima iniziativa, complimenti!