Lo scorso 3 maggio durante il Laboratorio di giornalismo online abbiamo incontrato il responsabile della redazione pisana de La Nazione, Tommaso Strambi, e la giornalista Antonia Casini, i quali ci hanno dedicato una lezione sui rischi e sulle opportunità offerte dai nuovi media, spiegandoci che internet e i social network hanno ormai profondamente cambiato il modo di fare informazione e che ciò ha portato con sé numerosi vantaggi ma anche molte insidie.
Oggi bastano un computer, un tablet o uno smartphone collegati a internet per leggere in tempo reale una notizia, sia essa un banale trafiletto di poche righe che un fatto di cronaca nera con tanto di immagini e video che descrivono l’accaduto nei minimi particolari. Senza contare i social network, grazie ai quali i lettori possono condividere e commentare le news pubblicate, farle “rimbalzare” da una parte all’altra del pianeta con pochi click del mouse fino a renderle “virali” in brevissimo tempo.
Con l’avvento di internet, inoltre, anche la percezione dello spazio e del tempo è notevolmente cambiata. Navigando online è possibile trovare notizie dell’ultima ora ma anche quelle di ieri, della settimana appena trascorsa, del mese precedente o addirittura dello scorso anno. In questo senso il web può essere considerato un enorme serbatoio di informazioni, al quale chiunque può attingere. Il tutto senza bisogno di spostarsi da casa o spendere anche un solo centesimo.
Di qui la significativa trasformazione anche del rapporto utente-fonte: nel mare magnum dell’informazione online chiunque può pubblicare qualsiasi contenuto improvvisandosi cronista o reporter e può diventare quasi impossibile distinguere tra notizie vere e clamorose “bufale”. Per questa ragione è diventato indispensabile verificare sempre l’autorevolezza di una fonte e distinguere tra informazione e comunicazione pubblicitaria.
Un altro aspetto da considerare è che, rispetto ad un giornale cartaceo, su internet un contenuto resta online per sempre. Abbiamo detto che questa sorta di archivio digitale può essere un vantaggio, ma cosa accade se una notizia lede il diritto alla privacy di una persona? E che dire del “diritto all’oblio”, più volte ribadito dal Garante per la privacy , di chi è stato protagonista di un vecchio fatto di cronaca giudiziaria?
L’articolo 21 della nostra Costituzione afferma che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. I nuovi media appaiono dunque uno strumento prezioso per la libertà di informazione, tanto che la loro diffusione è duramente contrastata nei paesi dove la democrazia stenta ad affermarsi. D’altro canto è chiaro che tale libertà non può prescindere da alcune regole.
Ecco perché il Testo unico dei doveri del giornalista – approvato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti tra il 2015 e il 2016 – prevede il rispetto assoluto di una serie di regole tra le quali il diritto alla privacy e il dovere di rettifica e di rispetto delle fonti. Ed ecco perché è bene parlare di vera informazione solo nel rispetto di tali regole che, per i giornalisti, sono un vero e proprio obbligo professionale, come il dottor Strambi e la dottoressa Casini ci hanno voluto ripetere più di una volta durante l’incontro. E noi faremo del nostro meglio perché le loro parole trovino un riscontro concreto nel nostro lavoro.
Margherita Staffa
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