Il ritorno al potere dei talebani il 15 agosto 2021, dopo vent’anni di controllo militare della Nato, ha riportato, sul finire dell’estate, le vicende afghane al centro delle cronache. Cerchiamo di comprendere quali sono le caratteristiche geografiche del Paese e le sue condizioni economiche e sociali, lasciate dagli occidentali.
L’Afghanistan si colloca in una posizione geostrategica, confina con 6 stati e fa da cuscinetto fra 3 macroregioni: il Medio Oriente, il sub continente indiano e l’Asia Centrale. Confina a nord con Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan, a nord-est con la Cina, a est e a sud col Pakistan e, infine, a ovest con l’Iran.
Il paese si estende per 652.000 km2, la capitale è Kabul e la sua popolazione è di circa 38.000.000 di abitanti.
Per capire a pieno lo Stato si deve far riferimento ad alcuni cenni storici come “Il grande gioco” nel XIX secolo, l’indipendenza del paese nel 1919 ed infine nel 1979 l’invasione sovietica che ha causato moltissimi profughi.
Due terzi del territorio sono montuosi, una parte del territorio è spopolata come le zone desertiche del sud, al contrario le valli situate nella parte settentrionale e occidentale del paese sono più abitate.
Come detto in precedenza la gran parte del territorio è montuoso infatti la sua altitudine media è di 1884 m. Il paese di divide in 3 zone geomorfologiche, una centrale montuosa che va da sud-ovest a nord-est, una settentrionale caratterizzata da una fascia pedemontana che andando verso nord sbocca in una valle, una delle zone più fertili del paese. Ed infine un’area meridionale caratterizzata da una zona desertica e pre-desertica divisa in due dal fiume Helmand.
L’unico fiume che raggiunge il mare è il Kabul, tramite il fiume Indo, mentre l’Amu Darya che traccia il confine settentrionale, sfocia nel lago di Aral e altri, a sud, nella depressione endoreica del Sistan, i rimanenti evaporano nelle aree aride che attraversano.
Per quanto riguarda il clima, i principali fattori che lo influenzano sono la lontananza dal mare, l’altitudine e la disposizione dei rilievi. A nord-est, nella grande catena dell’Hindukush, è presente un clima continentale freddo, nelle aree desertiche e pre-desertiche a sud e a nord del Paese un clima continentale arido, nell’area pedemontana e occidentale del paese un clima temperato con siccità estiva.
La popolazione è distribuita eterogeneamente, le principali aree urbane sono Kabul, la capitale, Kandahar, Herat, Mazar-e Sharif e Kunduz. Lo stato ha una popolazione molto giovane e in crescita demografica, soprattutto con l’esplosione demografica degli ultimi 30 anni.
Principalmente le etnie che troviamo sono Pashtun, la maggiore del paese, Tagiki, Hazara, Uzbeki, Aimak, Turkmeni e Beluci. Le 2 lingue ufficiali sono il dari e il pashto mentre la religione professata al 99% è musulmana, con prevalenza sunnita, mentre 1% buddisti.
Se diamo uno sguardo alla geografia sociale vediamo che l’ISU è di 0,511 (169esimo posto su 189), uno dei più bassi al mondo, la mortalità infantile è altissima e la speranza di vita è di 53 anni, molto bassa, la sicurezza alimentare è molto precaria ed il Covid ha peggiorato la situazione. La povertà è sempre più in crescita, infatti, dal 2014 il Pil aumenta ma il Pil pro capite diminuisce, quindi il Pil non sta al passo con l’aumento della popolazione.
L’economia è in uno stato molto critico perché la guerra e la corruzione hanno impedito lo sviluppo, il saldo negativo della bilancia commerciale è circa 1/3 del PIL totale, lo Stato, fino al ritorno dei Talebani (15 agosto) si reggeva sugli aiuti dall’estero da parte di USA, EU e UK, finanziamenti che oggi non arrivano più.
Il settore primario è quello che occupa la maggior parte della popolazione attiva, si coltivano frutta, cereali, cotone e, soprattutto, papavero da oppio, e si allevano ovini e caprini. Nel secondario invece prevalgono industria tessile, cemento, ceramica e la trasformazione di prodotti agricoli. Le risorse minerarie sono presenti ma poco sfruttate. C’è una grave mancanza di ferrovie e strade asfaltate.
La situazione economica è precaria, basata sulla coltivazione di papavero da oppio e la sua raffinazione in eroina, che rappresenta un valore pari al 9% del Pil, l’Afghanistan produce infatti l’85% dell’oppio mondiale
Dall’analisi del Paese emergono gravi condizioni economiche, sanitarie e sociali, inoltre vediamo che il paese si sostenta solamente con aiuti dall’estero e con la produzione di papavero da oppio. L’Afghanistan viene anche definito narco-stato, con l’arrivo dei talebani tutto ciò dovrebbe cambiare, ma siamo sicuri che debelleranno la produzione di oppio?
Questo lo scopriremo solamente col tempo.
Simone Nisi – classe 2C afm ITE Pacinotti Pisa
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