Jair Bolsonaro è nato a Glicèrio, San Paolo, il 21 marzo 1955, in una famiglia di origini italiane. Dopo la scuola superiore ha frequentato l’Academia Militar das Agulhas Negrasa a Resende e, nel 1977, si è diplomato in artiglieria e paracadutismo nell’Exèrcito Brasileiro. Nel 1988 si è candidato ed è stato eletto come consigliere comunale a Rio de Janeiro e, per la prima volta nel 1991, come membro della camera dei Deputati. Il 6 settembre 2018 Bolsonaro viene accoltellato durante una manifestazione elettorale e portato in ospedale dove viene operato per fermare l’emorragia all’intestino.
Candidato per l’estrema destra, al primo turno delle elezioni presidenziali del 7 settembre ottiene il 46% dei voti e va al ballottaggio con Fernando Haddad, esponente del partito dei lavoratori. Al secondo turno del 28 ottobre ottiene il 55,13% dei voti e viene eletto 38° presidente della Repubblica Federale del Brasile entrando in carica il 1° gennaio del 2019.
Bolsonaro ha compiuto più volte azioni legislative mirate a diminuire i diritti delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali e delle comunità indigene, rimpiangendo i tempi della dittatura militare avvenuta dal 1964 al 1985.
Dopo aver partecipato al G20 di Roma a fine ottobre scorso, il presidente del Brasile ha visitato tre città nel Veneto e nella Toscana: la prima a cui ha fatto visita è stata Anguillara Veneta, poi Padova e infine Pistoia, città legate a lui per motivi di provenienza familiare. In tutte e tre le città, Bolsonaro non è stato ben accolto, soprattutto dagli ambientalisti a causa dei gravi danni che ha causato alla foresta Amazzonica. Questo argomento è stato uno dei temi principali della COP26 che si è svolta a Glasgow, in Scozia, nei giorni successivi al G20 di Roma. In tale occasione si è parlato soprattutto dell’emissione di CO2 nell’atmosfera che, in particolare per la foresta Amazzonica, è diventato un serio problema. Dal momento in cui Bolsonaro è divenuto capo dello stato, la foresta Amazzonica, che ha rappresentato e rappresenta tutt’ora il “Polmone della Terra”, ha perso milioni di kmq di foreste a causa della deforestazione e ha cominciato a emettere più CO2 di quanta ne assorba.
All’interno della COP26 sono stati raggiunti accordi a cui hanno aderito molti Paesi, tra cui quello di eliminare in grande percentuale o completamente la deforestazione entro il 2030. A questo in particolare ha aderito anche Jair Bolsonaro che aveva già in precedenza affermato, nello specifico ad aprile di quest’anno, di voler eliminare la deforestazione. Non solo Bolsonaro non ha mantenuto l’impegno, ma ha anche continuato ad alimentare i processi di deforestazione tanto da provocare conseguenze che non si vedeva da ben 12 anni.
Siamo curiosi, e non siamo i soli, di vedere se questa volta Bolsonaro rispetterà il nuovo impegno o continuerà nell’opera di deforestazione.
Noemi Giambelli – Alessio Ricci – 2A AFM ITE
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