Venerdì 18 e sabato 19 gennaio noi i ragazzi siamo stati impegnati con i Giorni classici organizzando gruppi e brevi messe in scena sul tema scelto per questa edizione: l’amore e l’odio. Con altri miei compagni io ho scelto di rappresentare alcuni momenti della tragedia di Eschilo “Sette contro Tebe”. E’ stata scelta proprio questa tragedia per sottolineare la natura fatale di un amore familiare corrotto dal desiderio di potere.
Dopo la morte del re di Tebe Edipo, i due figli del re, Eteocle e Polinice, per non aver aiutato il padre nel momento del bisogno, temono la sua maledizione e decidono dunque di sedere sul trono ad anni alterni. Eteocle prontamente decide di detenere il potere per primo, promettendo di renderlo al fratello l’anno dopo, e Polinice, in buona fede, accetta. Arrivato il turno di Polinice, Eteocle lo caccia via negando l’accordo in precedenza preso; Polinice decide dunque di preparare un esercito con l’aiuto di sei altri re suoi alleati e di muovere guerra contro Eteocle. Eteocle sente le urla delle fanciulle di Tebe e schiera a sua volta sei eroi davanti alle porte della città. Lui stesso si pone a difesa della settima porta.
Eteocle che sente arrivare l’esercito di Polinice
Ed è proprio verso tale porta che si dirige Polinice, pronto a riprendere la città ma senza aspettarsi d’incontrare lì il proprio fratello. I due combattono ed entrambi muoiono l’uno per mano dell’altro, come prescritto dal fato. Di fronte a questa notizia, la felicità per la battaglia vinta si trasforma al dolore: di fronte ai cadaveri dei due fratelli il coro piange la loro triste sorte. A tale scena, che con ogni probabilità doveva corrispondere la conclusione scelta da Eschilo, ne segue un’altra, aggiunta dopo la morte del tragediografo, che vede Antigone e Ismene entrare dopo essere state informate da un messaggero l’ordine di Creonte, nuovo re della città, di dare degna sepoltura a Eteocle, in quanto difensore della patria (lo si potrebbe invece pensare come il vero traditore) e di lasciare insepolto, per spregio, il corpo di Polinice.
Antigone decide comunque di seppellire il fratello Polinice. Probabilmente quest’ultima scena serviva a fare da ponte con gli eventi della tragedia successiva, l’Antigone.
L’araldo mette in guardia Antigone
Seppure sia una tragedia che svolge la funzione di prologo per la più famosa e toccante “Antigone”, “I sette contro Tebe” è una tragedia importante per sottolineare come il potere renda effimero l’amore tra familiari.
Questo era nell’antichità un tema molto importante, in quanto una spaccatura all’interno dell’oikos (casata/famiglia) era impensabile e ritenuta come la causa di possibili sciagure.
L’amore è tanto esposto a corruzione quando in gioco vi sono potere e ricchezze.
Mettere in scena la tragedia, pur se in uno spazio di poche decine di minuti, è stata un’esperienza a dir poco tragica, anche se noi tutti attori, addetti alla scenografia o ai costumi, ci siamo divertiti
Max Dennis Pilkington ID.
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