Lucio Corsi, giovane cantautore di Grosseto, ha debuttato al Festival di Sanremo 2025 con la sua canzone “Volevo essere un duro”, conquistando subito l’attenzione del pubblico e della critica e ottenendo un enorme seguito in pochissimi giorni.
Il brano gli ha fatto guadagnare il secondo posto, ma la sua performance è stata così apprezzata da fargli vincere il Premio Mia Martini, uno dei più prestigiosi riconoscimenti del Festival. Inoltre, è stata confermata la sua partecipazione all’Eurovision Song Contest come rappresentante dell’Italia a seguito del ritiro del vincitore Olly.
La sua esibizione non è passata inosservata, non solo per la sua musica, ma anche per la riflessione che porta con sé. “Volevo essere un duro” non è solo il titolo di una canzone, ma qualcosa che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo pensato. Chi non ha mai desiderato essere più intelligente, più bello, più sicuro di sé? Viviamo in un’epoca in cui l’apparenza sembra essere tutto. La ricerca incessante di un’immagine di forza e invulnerabilità ci fa dimenticare che la vera forza risiede nell’autenticità.
Lucio Corsi, con il suo brano, ci insegna che non c’è nulla di sbagliato nel mostrare le proprie fragilità. Non è necessario avere tutte le risposte, né essere sempre all’altezza delle aspettative altrui. Anzi, è proprio in quei momenti di incertezza che possiamo trovarci davvero. L’importante è imparare ad accettarci, ad abbracciare la nostra vulnerabilità senza temerla. Solo così possiamo avvicinarci alla felicità autentica, quella che nasce dalla consapevolezza di essere, finalmente, noi stessi.
In un mondo che spinge continuamente a essere qualcun altro, Lucio Corsi ha il merito di ricordarci che la bellezza sta nelle imperfezioni, nelle diversità che costituiscono la nostra normalità. La sua canzone è un invito a non cercare di assomigliare a un modello imposto dall’esterno, ma ad abbracciare la propria realtà, con tutte le sue sfumature, i suoi pregi e i suoi difetti. È un invito ad essere veri, senza paura dimostrarsi fragili o vulnerabili. Alla fine, ciò che conta è solo una cosa: essere noi stessi, senza compromessi.
Ginevra Ricci (ex studentessa Liceo classico)
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