recensione vincitrice al Premio Asimov 2024
Il libro “Dieci cose che ho imparato” , scritto da Piero Angela, è l’ultima opera dell’indimenticabile giornalista, il quale, prossimo al commiato da questa vita, mette a disposizione dei lettori il suo ultracinquantenario bagaglio di esperienze nei vari campi del sapere, dispensando suggerimenti per il futuro.
Dopo una commovente prefazione del figlio Alberto, l’autore introduce lo scopo dell’opera consistente nel cercare di capire il motivo per il quale un Paese come l’Italia, culla di molteplici civiltà, in epoca moderna abbia cessato di progredire sotto molteplici aspetti. Le cause di tale arresto sono da ricercare nel fatto che il progresso scientifico e tecnologico non vengono perseguiti nel modo giusto in quanto percepiti come contrapposti alla cultura umanistica, non considerando che sono proprio le scoperte scientifiche a dare risposte agli interrogativi dei vari filosofi. La cultura è unica e globale tanto che, se è vero che la tecnologia deve essere a misura d’uomo, è innegabile anche che l’uomo debba divenire a misura di tecnologia.
E’ fondamentale che la famiglia stimoli la curiosità e l’intelligenza dei bambini e che al suo interno si parli anche dei problemi di attualità. Emblematico in tal senso, anche se probabilmente un po’ eccessivo, è il modello della famiglia Kennedy dove la madre dei tre fratelli, leggeva e commentava quotidianamente loro le notizie del“New York Times”. La scuola, poi, dovrebbe essere la principale dispensatrice di cultura. E’ stato visto, tuttavia, che il rendimento scolastico medio degli studenti italiani risulta essere notevolmente al di sotto di quello dei Paesi industrializzati ma anche dei Paesi OCSE.
E’ necessaria, dunque, una sorta di rivoluzione culturale che consenta agli studenti di confrontare le conoscenze acquisite grazie allo studio delle materie tradizionali con le problematiche di attualità e le evoluzioni scientifico-tecnologiche.
Sarebbe anche molto utile, al fine di diffondere “vera” cultura, che, nei palinsesti televisivi venisse dato spazio a programmi e dibattiti che affrontino tematiche scientifiche attuali con linguaggio chiaro e coinvolgente, capace di raggiungere il grande pubblico. In tal modo le problematiche della società potrebbero essere comprese sin dalle origini, valutate in termini di effetti sul futuro, riportate ai valori etici e morali, considerate alla luce delle nuove scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche. Questione energetica, inquinamento ambientale, cambiamenti climatici, agricoltura sostenibile, biomasse, fusione nucleare e calo demografico rappresentano alcune delle questioni da analizzare, comprendere e risolvere in tale ottica.
Si realizzerebbe così quel connubio tanto auspicato dall’autore tra cultura umanistica e progresso scientifico, indispensabile per chiarire gli interrogativi esistenziali e favorire il progresso in modo sostenibile ed equo.
Il libro è scritto utilizzando un linguaggio facilmente comprensibile, tanto da risultare accessibile a varie categorie di lettori, e con toni che definirei paterni. A me personalmente ha consentito di dare un senso diverso al mio percorso di studi. E’ proprio grazie alla cultura, difatti, che possono formarsi uomini e donne capaci di superare l’ottica individualistica e di agire per il bene comune con impegno, competenza e lealtà. Ed è in quest’ottica che la società progredisce, migliorando la qualità di vita di tutti e salvaguardando il Pianeta.
Emanuele Romano (classe 4A – liceo classico)
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