Uno dei periodi più bui dell’Italia è senza dubbio quella del ventennio fascista, che rese l’Italia un paese con un regime autoritario. Il regime ebbe inizio nel 1922 e vide la sua fine nel 1943.
Come è stato possibile che un paese democratico come l’Italia abbia avuto un periodo così triste e privo di diritto di parola?
Nel primo dopoguerra l’Italia attraversò un periodo di crisi per via della “vittoria mutilata” (definizione datagli da Gabriele D’Annunzio) successiva alla Prima guerra mondiale dove, secondo il patto di Londra firmato il 26 aprile 1915, l’Italia avrebbe ottenuto dei territori sull’Adriatico che non gli vennero dati e ci fu un profondo timore nella classe borghese negli anni 1918-19 che la sinistra andasse al governo che venne definito “Biennio rosso”. Nel 1919 un giornalista di nome Benito Mussolini, sfruttando la paura comunista, fondò i “fasci italiani di combattimento”, un movimento nazionalista che si dimostrò da subito incline all’utilizzo della violenza (camicie nere). In poco tempo Mussolini ottenne la fiducia di molte persone e il gruppo si allargò cambiando nome in “Partito Nazionale Fascista”. Nell’ottobre del 1922 le camicie nere marciarono su Roma e il Re Vittorio Emanuele III nominò Mussolini capo del governo dandogli il compito di riformare l’Italia. Il 6 aprile 1924 il PNF (Partito Nazionale Fascista) vinse le elezioni tramite le intimidazioni e la violenza dando ufficialmente inizio all’era fascista. Gli italiani furono costretti ad iscriversi al partito fascista e a coloro che non lo fecero venne negata ogni libertà e gli oppositori politici vennero imprigionati, torturati e uccisi.
Cosa fece il fascismo?
Nel periodo compreso fra il 1924 e il 1940 (anno dell’entrata in guerra dell’Italia nella Seconda guerra mondiale) l’Italia diede inizio a varie campagne di conquista ma quella più nota fu quella della guerra d’Etiopia (3 ottobre 1935 – 5 maggio 1936). Nel 1938 Mussolini firma il patto d’acciaio con la Germania nazista e a settembre il Re Vittorio Emanuele III Firmò a San Rossore le leggi razziali contro gli ebrei.
Come si comportò l’Italia fascista durante la seconda guerra mondiale?
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra accanto al terzo Reich dando inizio alla cosiddetta “guerra parallela” ma le sconfitte furono disastrose e il 25 luglio 1943, al Gran consiglio del fascismo, Mussolini venne messo in minoranza e successivamente arrestato sotto l’ordine del Re e imprigionato in Abruzzo, sul Gran Sasso, mettendo il primo punto verso la fine dell’era fascista. Successivamente il nord Italia venne occupato dai nazisti e il sud dagli alleati anglo-americani. Mussolini venne liberato, fondando a Salò la Repubblica sociale italiana chiamata anche Repubblica di Salò, un regime collaborazionista della Germania come la Francia di Vichy. Dopo lo stallo dell’inverno del 1944 lungo al linea Gotica costruita dai tedeschi lungo il crinale dell’Appennino settentrionale, nella primavera successiva quando gli alleati ripreso l’avanzata a nord occupando con rapidità i territori nazifascisti, Mussolini, nell’aprile del 1945, tentò la fuga con la sua amante Clara Petacci per la Svizzera ma venne trovato a Dongo nei pressi del lago di Como e fucilato dai partigiani e successivamente i loro corpi appesi a testa in giù a piazzale Loreto a Milano dando definitivamente fine all’era Fascista.
Andrea Zhang (classe 1B AFM – ITE)
Attività del Progetto Contemporanea..mente
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