Aiace diventa un nome in codice. Atena è un giovane brigatista in mezzo a tanti altri. Una spada è né più né meno che una pistola.
E’ così che la tragedia di Sofocle racconta il recente 1970, almeno nel modo in cui venti allievi della scuola Normale di Pisa hanno deciso di rappresentarla.
Domenica 12 febbraio un gruppo di normalisti, accomunati dalla passione per il greco, si è incontrato per la quarta giornata di prove che li vede coinvolti nella messa in scena dell’Aiace di Sofocle. Lo spettacolo, ambientato in un covo delle brigate rosse, sarà rappresentato nel giugno prossimo, al Teatro Sant’Andrea, ed è rivolto a tutti.
Dalla fine di ottobre fino a gennaio undici allievi si sono occupati della traduzione della tragedia. Stefano Fanucchi, coordinatore del gruppo di traduzione, racconta di come i traduttori abbiano scelto per il loro copione uno stile medio, rigorosamente in prosa, che rievochi lo stile alto della tragedia ma che, allo stesso tempo, riesca a coinvolgere nel modo più semplice e naturale possibile anche chi non conosce il testo originale. Il greco antico è sì una lingua morta, ma ciò che più conta è tenere presente che è stata anche una lingua viva e che uomini strutturati esattamente come noi la utilizzavano per pensare, comunicare e quindi più in generale per vivere.
Questo il messaggio che il gruppo vuole trasmettere. E in occasione di tre workshop di traduzione presso il Liceo Classico Galilei di Pisa – il terzo e ultimo incontro ha avuto luogo giovedì 16 marzo – il gruppo che si è occupato della traduzione della tragedia e della stesura del copione ripercorrerà il lavoro svolto con l’obiettivo di aprire un dialogo di confronto fra gli allievi della scuola Normale e gli studenti del liceo. Questi ultimi sono chiamati a partecipare attivamente intervenendo direttamente sul testo e facendo nuove proposte di resa.
“Alle volte è più facile rendere bene in italiano una frase greca a chi non è grecista che a chi lo è”, spiega la professoressa Leyla Ozbek – coinvolta nel gruppo di traduzione – al primo incontro. Perché un conto è sapere riconoscere le forme specifiche del greco antico e un conto è conoscere le forme dell’espressività, quelle che accomunano ogni lingua, e sapersi immedesimare nei personaggi, capire attraverso la costruzione sintattica, le scelte lessicali e fonetiche, l’intenzione di una frase. “Ed è per questo” spiega sempre la professoressa “che le particelle svolgono una funzione determinante nell’economia della traduzione concedendo a una frase una sfumatura invece che un’altra”.
Dal copione alla messa in scena. A seguire gli attori è il regista Alessandro Maggi: “Stiamo ancora lavorando sulla prima scena, ma voglio che gli attori in questa più che nelle altre si immedesimino nei personaggi e si calino completamente nell’ambientazione, a costo di ripeterla cento volte. Una volta che ci saranno riusciti, le altre scene verranno di conseguenza”, ha dichiarato. Il regista è attento a ogni particolare e insiste molto anche sulla precisa pronuncia degli accenti e sulla scansione delle parole, perché è vitale che il pubblico riesca a cogliere alla prima ogni singola battuta. Gli ingressi e la gestualità dei personaggi sono sullo stesso piano delle battute dal momento che a loro spetta il compito di coinvolgere il pubblico proprio come alle prime.
I responsabili generali del gruppo teatrale Marcello Reggiani (studente di Storia del V anno) e Giorgio Di Domenico (storia dell’arte del II anno) hanno deciso di offrire la possibilità di partecipare alle prove dello spettacolo. Come nel caso del workshop di traduzione, si tratta di un’esperienza che può arricchire da un parte e dall’altra: chi recita può ricevere un riscontro esterno, utile a capire quanto il proprio lavoro sia maturo per il pubblico ed eventualmente migliorarlo; chi assiste può invece avere l’opportunità di apprezzare i vari passaggi e le accortezze che sono necessarie per mettere in scena un’opera. Le prove si terranno in data 19/3, 26/3 e 29/3 e per partecipare è sufficiente contattare la professoressa Benedetti o la professoressa Soldani.
TRADUTTORI
Stefano Fanucchi (responsabile del gruppo)
Leon Battista Borsano
Francesco Cannizzaro
Marco Catrambone
Francesco Morosi
Ilaria Ottria
Leyla Ozbek
Sergio Rampino
Alessio Ranno
Flavio Santini
ATTORI
Giovanni Andrisani
Nicola Barbagli
Francesco Cannizzaro
Giorgio Di Domenico
Stefano Fanucchi
Michele Maiolani
Francesco Morosi
Giorgio Motisi
Andrea Piserchia
Marcello Reggiani
Marco Signori
REGIA
Alessandro Maggi
COMPOSITORE MUSICHE
Fabio Ferri
COSTUMISTA E SCENOGRAFO
Filippo Bosco
FOTOGALLERY
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