Rodrigo Rivas è figlio di un esule catalano. Suo nonno, essendo antifascista, nel 1939, al termine della Guerra civile spagnola (1936-39) che vide la vittoria dei nazionalisti di Francisco Franco, si trasferì a Santiago del Cile con tutta la sua famiglia, compreso il padre di Rodrigo. Proprio a Santiago del Cile, il 18 Aprile 1947, nacque Rodrigo.
Rodrigo fa parte di una famiglia molto numerosa. Conosce ben poco dell’origine della famiglia e di sua madre; i nonni materni, che purtroppo non ha conosciuto pare che fossero di origine colombiana. Una delle sue zie materne è morta all’Avana dove ha lasciato una figlia che adesso fa l’artista. Un’altra zia era a capo di un’azienda acquistata dallo Stato ed alcuni dei suoi zii sono stati costretti a lasciare il Cile per motivi politici. Dei cugini materni sappiamo che, purtroppo, cinque o sei di loro sono morti durante i primi tre anni della dittatura di Pinochet (1973-90) in condizioni disumane. Rodrigo non ha avuto nemmeno la fortuna di conoscere i nonni paterni e anche degli zii paterni sa ben poco. Tra i cugini, Rodrigo ne ricorda uno col quale non ha avuto rapporti in quanto Generale dell’esercito durante la dittatura e uno che faceva il calciatore e che è morto proprio negli anni del regime.
Rodrigo fa parte di una famiglia dove, in base a scelte politiche e culturali, ognuno prende strade diverse. I suoi genitori mettono al mondo otto figli e di questi, tra cui lui, in sei lasciano il Cile per vari motivi mentre due rimangono nella terra natìa.
A soli 23 anni, il giovane Rodrigo si laurea in Scienze Politiche all’Università del Cile e viene eletto presidente della Federazione degli studenti del Cile. Siamo nel 1970, l’anno in cui Salvador Allende, leader della coalizione di Unidad Popular, composta da socialisti, comunisti, cattolici di sinistra e radicali, diviene Presidente della Repubblica cilena con le elezioni del 4 Settembre.
In questo periodo Rodrigo entra nel mondo del lavoro e diventa capo di una azienda statale; inoltre collabora con il Presidente Allende come consulente sui gruppi giovanili e questo gli dà modo di conoscere abbastanza bene ed in maniera diretta il Presidente.
Ciò che propone Allende per diminuire la povertà del suo popolo è innanzitutto portar sotto il controllo dello stato le risorse fondamentali ossia le miniere di cui il Cile è ricco e fare una riforma agraria seria, per distribuire le terre ai contadini che sono privi, indennizzando i proprietari terrieri. In realtà Allende non aveva mai puntato ad una statalizzazione totale dell’economia, anzi, la linea di base era che le aziende rilevate dallo Stato fossero gestite da Collettivi di lavoratori organizzati. Per cui con l’elezione di Allende inizia un grande processo innovativo a beneficio del popolo che porterà Unidad Popular, con le elezioni parlamentari del marzo 1973 ad avere il 46% dei consensi a fronte del 36% ottenuto nel 1970. Nel frattempo, Rodrigo, viene eletto deputato.
Ma proprio nel 1973, precisamente l’11 Settembre avviene il Colpo di Stato da parte dei militari guidati dal generale Augusto Pinochet. Rodrigo non sempre dorme a casa, ma quel giorno sì e viene risvegliato alle 6:00 del mattino dagli aerei che sganciano le bombe sulla Moneda, il palazzo presidenziale. Alle 7.30 Rodrigo esce di casa e non vi farà più ritorno.
Allende muore nella Moneda assediata e Pinochet assume il comando del Paese. Egli, in tempi brevi, consegna le miniere alle multinazionali, soprattutto statunitensi e canadesi, consegna tutte le fabbriche a privati e consegna giacimenti di minerali che fino ad ora non venivano sfruttati ai suoi parenti.
In Cile vengono torturati e assassinati dai militari di Pinochet sindacalisti, contadini, studenti e sostenitori della sinistra. Per questo, Rodrigo, dopo il colpo di Stato, è costretto a continuare la sua lotta politica nella clandestinità, in quanto condannato a morte solo perché, come abbiamo detto, da neolaureato era stato assunto come consulente del presidente Salvador Allende e quindi braccato dall’Esercito e dalla polizia. Ma, la morte del padre, avvenuta durante una perquisizione della sua abitazione, lo spinge ad affrontare direttamente il regime militare; sarà poi il timore di tradire gli amici sotto tortura che lo porterà a chiedere asilo all’ambasciata italiana, dalla quale, grazie all’impegno diplomatico è riuscito a raggiungere il nostro paese ed a rifarsi una vita.
Così, proprio come il padre, anch’egli è esule, ma esule cileno.
Rodrigo arriva a Roma nel febbraio del 1974. Per circa un mese alloggia in un hotel insieme ad altri cileni. A marzo si reca a Milano per partecipare ad una manifestazione sul Vietnam. Alla fine di questa manifestazione gli si avvicina un signore che gli offre un lavoro ben retribuito presso la casa editrice Mazzotta. Rodrigo accetta con entusiasmo ed è e sarà grato per la vita a quel “signore” che, riconoscendogli il titolo di studio cileno, gli ha aperto la strada nel mondo del lavoro.
In Italia Rodrigo trova anche l’amore. Si sposa ed ha due figli.
Nel 1988, Pinochet indice un plebiscito nazionalecol quale si sarebbe determinato se lo stesso Pinochet avesse dovuto estendere il suo Governo per altri otto anni, ossia fino al 1996. Egli, nell’intento di dare di se immagine di politico democratico autorizza tutti i cileni anche condannati a morte espatriati, a tornare in Cile per due settimane. Rodrigo quindi, anche se timoroso, torna nel suo Cile dopo ben 18 anni di assenza, per due settimane. Pinochet è convinto che di vincere il plebiscito e invece grazie a una straordinaria mobilitazione popolare lo perde, per cui dopo un anno, il generale deve lasciare il Governo ed inizia per il Cile la non facile transizione verso la Democrazia.
In Italia Rodrigo ha fatto diversi mestieri: redattore presso la casa editrice Mazzotta di Milano, direttore del Cespi (Centro Studi Politica Internazionale), direttore di Radio Popolare, insegnante universitario a Pavia e Milano, consulente del Ministero degli affari esteri per l’America Latina, responsabile della programmazione sociale degli 8 comuni dell’Alto Tevere Umbro ed ha conseguito altre due lauree: la prima in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano nel 1979 e la seconda in Scienze dell’Informazione, conseguita nel 1995 a Roma.
Giornalista professionista, scrittore ed economista, ha pubblicato una cinquantina di libri su politica ed economia internazionali , oltre ad aver insegnato in alcune Università estere.
In Italia ha fornito e fornisce tuttora un importante contributo alla crescita culturale e alla formazione di varie generazioni di giovani che hanno studiato e tutt’oggi studiano i suoi numerosi libri ed hanno beneficiato delle sue lezioni.
Rodrigo è sempre ben disponibile a parlare della sua esperienza di vita e noi studenti siamo molto interessati dai suoi racconti e dalle sue lezioni. Testimone delle atrocità che si sono verificate in Cile durante gli anni della dittatura, stupisce ed incanta quel suo modo pacato e coinvolgente di esporre i fatti. Nelle sue parole non ci sono rabbia e rassegnazione ma voglia di far conoscere ciò che è successo, in modo che non si ripeta mai più in nessuna parte del mondo.
Blog di Rodrigo dove leggere i suoi scritti, le sue analisi e le sue riflessioni: http://rodrigoandrearivas.com
Emiliano Barsotti classe 3 a afm a.s. 2020/21
Attività di Giornalismo partecipato per il Progetto America Latina
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