Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, violenza che può essere non solo fisica ma anche verbale. Ogni donna, almeno una volta nella sua vita, ha ricevuto un insulto sui social o in contesti quotidiani da parte di uomini e donne. Si può venire insultati per il proprio aspetto fisico, il proprio modo di vestire, di atteggiarsi o semplicemente di essere; ci si appiglia a qualunque cosa pur di dar voce all’ignoranza.
I social, in particolar modo utilizzati immoralmente, sono il mezzo privilegiato per insultare una persona di cui non condividiamo le idee, di cui biasimiamo gli atteggiamenti o per cui non proviamo simpatia,
poiché è possibile criticare senza dover confrontarsi di persona con chi subisce i nostri insulti. Anche la società ci incita ad assumere questo comportamento, inducendoci a criticare, disprezzare, etichettare, ci insegna che possiamo fare qualunque cosa, che siamo superiori agli altri e che, per questo motivo, possiamo disprezzare coloro che sono inferiori a noi; ci educa a niente altro che alla la “cultura del giudizio”, cultura sviluppatasi
soprattutto con l’avvento dei social, grazie ai quali è possibile rendere pubbliche le proprie opinioni e ciò che ci accade nella vita quotidiana, ed è comune il pensiero che la naturale conseguenza di pubblicare una foto sia ricevere insulti.
Soprattutto le donne sono oggetto di critica, poiché il loro corpo è ritenuto essere un mero oggetto del desiderio che per appagare i desideri maschili deve soddisfare determinati standard, le donne devono avere un certo stile di vita, legato ai valori tradizionali, devono vestire in un determinato modo, devono essere belle, devono non possedere un proprio pensiero, e nel caso in cui non sia così così, il disprezzo è legittimo .
Chiaramente questo non è un fenomeno proprio solo dell’età moderna, ma l’utilizzo sempre più diffuso e scorretto dei social ha favorito lo sviluppo di questa cultura, che ha reso di uso quotidiano parole molto scurrili e pesanti, le quali vengono utilizzate principalmente per insultare le donne, e non solo da parte dagli uomini ma spesso anche dalle stesse appartenenti allo stesso sesso, che invece di cercare di cambiare questa società ne alimentano i lati peggiori .
Dobbiamo renderci conto che ogni parola conta, pesa e può far più male anche della violenza fisica e distruggere la vita di una donna. Viviamo in un mondo libero, in cui ognuno può esprimere le proprie idee ed esternare il proprio essere come meglio crede, ognuno è libero di non approvare i comportamenti o le idee altrui, ma nessuno ha il diritto di insultare, di giudicare in modo irrispettoso un’altra persona. E’ necessario cambiare la nostra mentalità, educare i nostri figli a rispettare l’altro, se vogliamo vivere in un mondo realmente libero.
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