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Donald Trump, Max Weber e le controindicazioni del potere messianico

4 Giugno 2020 by admin_rapsodia Leave a Comment

A quindici giorni dalla maturità la cosa più intelligente da fare sarebbe probabilmente farsi venire la scoliosi per lo stare sui libri, e la meno intelligente scrivere articoli su Rapsodia. Come penso la maggior parte dei maturandi, sono tuttavia alla disperata e costante ricerca di scuse per non buttarmi su Apuleio, e ciò che sta succedendo ultimamente è il tema perfetto su cui spendere il mio ultimo articolo sul giornale della nostra scuola. Spero ne venga fuori un pezzo di ampio respiro e sufficientemente interessante, e che io dimostri che i cinque anni passati a respirare l’aria della nostra scuola (senza troppa polvere, grazie Patrizia!) non sono trascorsi invano.

Domenica 31 maggio l’intervista di Massimo Giletti all’Onorevole Matteo Salvini: il leader della Lega si è mostrato ancora una volta un aspirante leader messianico. Il potere messianico è un concetto esposto dal filosofo Max Weber: il Messia politico è un uomo capace di capire le tendenze e le volontà delle masse, e a cui il popolo si rivolge con una buona dose di irrazionalità.

Il filosofo Max Weber

 

Ma il Capitano non è stato certamente l’apripista in quella che pare esssere una moda per i leader di destra. Per certi versi, Berlusconi lo è stato, visto che piombava in politica in uno scenario dissestato. E sappiamo tutti che il passo tra Berlusconi a Trump non è così azzardato: con le dovute differenze, i due hanno avuto un percorso piuttosto simile; ma sappiamo anche che il Presidente degli Stati Uniti sembra aver esaurito molto prima del Cavaliere il suo momento di gloria.

L’ascesa del Trump messianico

Sono anni che in America si parla di radicalizzazione dello scenario politico. Il senso di disgusto verso l’establishment – parola che definisce alla grande l’elite del potere burocratico, precedente a quello messianico -è ciò che ha spinto tanto in alto, nel 2016, Trump e Sanders: una star televisiva e imprenditore dalle fortune alterne, e un uomo proveniente da anni di emarginazione politica.

Purtroppo per Sanders, il potere burocratico è ancora molto forte tra i Democrats, come abbiamo visto anche 3 mesi fa; Trump, invece, ha avuto la fortuna di inserirsi in un partito dissestato, e scavare il consenso da outsider grazie ad una buona dose di disprezzo verso tutti gli altri candidati. La prova più tangibile dell’ascesa di Trump è stato il voltafaccia di Fox News: Murdoch, suo fondatore, detestava l’idea di Trump presidente, al punto che la celebre frase riguardo alla reporter indiavolata “a cui usciva il sangue da tutte le parti” era rivolta proprio a una giornalista dell’emittente. Adesso Fox News è diventata l’emittente di Trump, con lo stesso livello di autorevolezza che ha Inter Channel nel giudicare quanto sia capace Mourinho ad allenare. 

Trump in campagna elettore nel New Hampshire

Trump ha basato la sua campagna elettorale sullo spirito messianico, specialmente sui celebri slogan che conosciamo bene. Inoltre, ha capito un concetto fondamentale della comunicazione: se la risposta a una domanda è brutta o non esiste, menti o cambia discorso; la gente lega l’importanza delle questioni allo spazio fisico o temporale che occupano. Se lo fanno Zingaretti o Ted Cruz, però, vengono presi per parolai o incompetenti: c’è bisogno dell’aura di Messia politico per riuscire a farlo con successo, e Trump la possiede. O meglio, la possedeva.

E’ indubbio che questo imperfetto non sarà percepito come tale da una buona fetta del suo elettorato: se si guarda Fox News, sembra che Trump faccia sempre tutto in modo impeccabile. Ma per sua sfortuna, il resto degli americani sa che esistono altri canali televisivi.

L’anchorman Carlson, di Fox News, intervista Trump

 

L’inizio della discesa

Il coronavirus ha mostrato un aspetto fondamentale del potere messianico: quando ci si basa sulla fiducia delle persone, sul tifo del popolo nei tuoi confronti, deludere le masse diventa una sentenza, politica sicuramente, talvolta effettiva: guardiamo Piazzale Loreto o i discorsi di Chruschev sui Gulag. Il leader messianico ha certamente un sacco di credito in più rispetto alla sua controparte dell’establishment: un pizzagate e le celebri email hanno avuto più peso di venti e passa accuse di molestie sessuali; ma quanto è più facile il proprio compito a inizio mandato, tanto più facilmente si può crollare dal trono.

Fauci e Trump durante la pandemia

 

Immaginatevi se Conte fosse venuto davanti a noi, chiusi in casa, e ci avesse detto di bombardarci di raggi UV e che a breve avrebbe trovato un modo di iniettarci disinfettante in vena, o se avesse iniziato a profetare sull’andamento della curva dei contagi, auspicando sparizioni miracolose e sbagliando di solo 100mila casi. Immaginatevi un bergamasco come avrebbe reagito, e ora immaginate che Bergamo sia New York.

Il miracolo coronavirus

La pandemia, a mio parere, è riuscita laddove la mancata costruzione del muro o le sparatorie nelle scuole o la situazione dissestata della sanità o le telefonate al premier ucraino non erano riuscite: a mostrare l’incompetenza dell’attuale Presidente americano.

Gli Stati Uniti sono costruiti su un sistema che facilmente diventa messianico: votano per il Presidente separatamente dal Parlamento, e chi viene eletto diventa l’uomo più potente del mondo. Ma il credito di Trump come Messia è terminato.

Non è un caso, a mio parere, se l’omicidio di George Floyd sta causando più rivolte che la ventina di omicidi che Black Lives Matter contesta ogni anno: è arrivato in un momento in cui la fiducia della maggior parte del popolo americano verso il proprio governo è sotto i piedi.

 

Non è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso per quanto riguarda la disparità di trattamento della polizia verso cittadini di etnie diverse. La goccia ha fatto traboccare anche gli animi di un popolo che è stato il più colpito dalla pandemia, e che ha sofferto molto più di noi per un sistema sanitario e lavorativo che li ha costretti, in molti casi, a continuare a lavorare e girare largo dagli ospedali. Realtà tanto più vera per la popolazione afroamericana, che è ancora, sistematicamente, resa più povera degli americani bianchi, e adesso, dopo aver tanto sopportato, sta esplodendo.

 

Clicca qui per accedere alla seconda parte dell’articolo – “Breve storia del razzismo sistematico statunitense”

Matteo Marranini – IIIC Liceo classico

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