Anche quest’anno il Pisa Book Festival è ritornato in tutto il suo splendore a farci sognare con altri innumerevoli libri, fumetti e conferenze che hanno sempre qualcosa da insegnarci. Per iniziare ho assistito alla conferenza La definizione psicologica dei personaggi dove Lori Hetherington ha intervistato le autrici Anna Bertini, Simona Fruzzetti, Samantha Macchia e Monica Peccolo, che hanno presentato i loro libri raccontando alcune sfaccettature e sviluppi dei loro personaggi, per poi approfondire, ciascuna, un passo importante letto da Daniela Bertini.
Monica Peccolo, nello scrivere il seguito de Il senso interno del tempo, ha con Il senso dell’amore arricchito la storia con le vicende di un uomo che, diventato tetraplegico dopo un incidente stradale, pensa che il mondo non sarebbe mai più stato come prima ma l’incontro con Judy cambierà per sempre la sua vita.
Durante la conferenza, l’autrice ha spiegato che l’evoluzione dei personaggi avviene sia per le vicende che devono affrontare sia per le persone che incontrano durante il loro cammino ed è molto importante come gli stessi personaggi si pongono rispetto a questi due aspetti. Davanti alla stessa situazione possono avere differenti reazioni e per rendere ciò è necessario immedesimarsi nei loro pensieri e nei loro stati d’animo. Anche se i personaggi sono lontani dalle caratteristiche degli autori, per riuscire a costruirli ci si può aiutare sia con le esperienze personali o con le esperienze delle persone che conosciamo ma bisogna anche studiare l’argomento di cui si vuole parlare; si deve quindi mettere molto impegno e umiltà nel tentare di a riportare in parole ciò che abbiamo appreso cercando di ricreare i sentimenti e le emozioni che non sempre ci appartengono.
Samantha Macchia, invece, ha parlato dei suoi due libri Ali in Gabbia e Mai più senza me che trattano il tema la violenza sulle donne. Entrambi narrano le vicende della protagonista Anna, sposata con Edoardo, un uomo violento e narcisista. Anna vive un rapporto pieno di violenze causate dal marito che è inizialmente più forte e potente di lei; per questo non sembra riuscire a fuggire da questa realtà, ma un giorno trova il vero amore e con esso la forza di poter uscire da quella relazione infelice.
Il secondo libro è ambientato quattro anni dopo le vicende del primo libro; nel racconto si può vedere un’evoluzione negativa del personaggio di Edoardo che cercherà in tutti modi di riprendersi ciò che prima era suo (“Lei non potrà mai stare senza me” afferma lo stesso Edoardo). Il titolo del libro Ali in gabbia rappresenta la situazione iniziale della protagonista che si ritrova rinchiusa dal marito in una gabbia senza nemmeno rendersene conto. La speranza dell’autrice nello scrivere questi libri è che, se possibile, una lettrice che viva un’esperienza simile possa, grazie a queste letture, liberarsi dalla gabbia che la imprigiona.
Nel dare al suo libro il titolo Chiudi gli occhi Simona Fruzzetti ha ripreso una frase pronunciata dalla madre della protagonista del libro. Alla donna vengono attribuite dalla protagonista colpe per cose che non le sono da le lei state date; la tensione sottesa al difficile rapporto tra le due donne lascia intravedere le molte ferite lasciate nella protagonista.
Alla fine della conferenza Lori Hetherington ha posto domande generali alle autrici e ognuna ha dato alle domande una propria risposta personale. Tra le domande la prima è stata la più interessante: <<Viene prima il personaggio o vengono prima le dinamiche?>>
Simona Fruzzetti ha risposto che per lei vengono prima le imperfezioni perché alla fine anche se non lo si vuole ammettere ci si ritrova e ci si immedesima nel personaggio imperfetto, perché è più reale e vicino a noi. Per Anna Bertini tutto nasce da ciò che si immagina osservando il mondo e pensando a ciò che potrebbe accadere.
Così è finita la mia prima giornata al Pisa Book Festival, ma questo è stato solo l’inizio.
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