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Over The Garden Wall: la recensione

7 Novembre 2018 by admin_rapsodia Leave a Comment

Quando leggerete questo articolo probabilmente sarete reduci da ottobre, mese in cui il liceo classico torna a pieno regime dopo il torpore post-vacanze estive. Per noi studenti ciò comporta dover di nuovo fare i compiti a casa, fare verifiche su verifiche e studiare giornalmente per eventuali interrogazioni a sorpresa, che magari ci colpiscono quando non siamo per niente preparati e non quando conosciamo l’argomento come Dio comanda.

Anche con tutta questa mole di lavoro molti di noi vogliono comunque godersi qualche serie tv su Netflix, ma il tempo spesso non basta per cercarne una interessante e tocca rinunciare a questo gran piacere. Però ragazzi, non disperatevi: se avete bisogno di una nuova serie che vi sia di conforto ve ne consiglio una che non vi deluderà: Over The Garden Wall.

 

Over the Garden Wall è una miniserie animata statunitense di 10 episodi da 10 minuti ciascuno, trasmessa nel 2015 da Cartoon Network. La miniserie è stata creata da Patric McHale, animatore americano e direttore creativo, celebre per la seconda stagione di Adventure Time (2010-2011), ed è il seguito di Tome of The Unknown: Harvest melody, un corto animato di 9 minuti prodotto dallo stesso McHale e usato come riferimento artistico e narrativo per tutti gli episodi di questa serie.

Nello stesso anno della sua pubblicazione, Over the Garden Wall è stata riccamente premiata sia da parte del Festival internazionale dell’animazione di Ottawa come migliore serie animata, sia con due Emmy Awards, uno come migliore serie animata, e l’altro come migliore animatore per l’ottimo lavoro di Nick Cross, il direttore artistico.

Nel 2017, in un articolo di Marina Pieri*, Wired cita Over the Garden Wall come serie “da recuperare assolutamente”.

 

A questo punto, la domanda che ormai i lettori di questo articolo si faranno sarà: perché questa serie ha avuto così tanto successo?

Adesso, dopo questa necessaria introduzione, è giunto infatti il momento di spiegarvi i punti di forza di questa serie, suddividendoli in storia e impostazione ritmica, impostazione narrativa e direzione artistica, al fine di potervi illustrarvi al meglio tutto quello che ho da dire su questa serie.

Enjoy it!

 

Capitolo 1: la Storia              

Over the Garden Wall è ambientato in un’epoca indefinita, che però a me ricorda molto l’Ottocento inglese. Narra la storia di due fratelli: Wirt, un ragazzo insicuro e solitario di 12 anni, e Gregory, uno spensierato bambino di 7 anni, il cui scopo è scappare dalla foresta, chiamata l’Ignoto, in cui sono finiti e ritornare a casa loro. Nel loro viaggio sono aiutati da Beatrice, un uccellino azzurro dal sarcasmo facile, ma di animo buono. Nel corso degli episodi esploreranno l’Ignoto, vedendo le meraviglie e gli orrori di questo mondo bucolico dal sapore vittoriano e incontrando molti eccentrici personaggi, come animali che si comportano da uomini, nevrotici nobili inglesi e strani personaggi ossessionati dalle etichette sociali.

Purtroppo la Bestia, il malvagio padrone di questo mondo, che tesse le trame di esso come inquietante e spettrale ragno, ha ben altri piani per i due fratelli e di sicuro non intende aiutarli…

La breve durata degli episodi non danneggia la serie né le impedisce di esprimere il suo pieno potenziale tutto in una sola volta ma permette a chiunque di vederla senza troppo dispendio di tempo (come il sottoscritto, che l’ha finita in una sera).

 

Capitolo 2: l’impostazione narrativa e la sua impostazione ritmica

Quando guarderete per la prima volta Over The Garden Wall, forse la prima cosa che vi salterà all’occhio è la non troppo velata ironia che avvolge le vicende dei personaggi principali e non, e il fatto che tale ironia risplende al suo massimo tra gli episodi che intercorrono tra il primo e l’ottavo (tra questi episodi, il mio preferito è Amore Folle, dato che è quello che mi ha fatto sorridere di più in assoluto). Poi, quando ripenserete a tutti gli episodi e agli argomenti trattati, vi accorgerete che questa serie non è solo ironica e scanzonata ma affronta temi importante: l’accettare qualcuno della propria famiglia, nonostante non ci si senta legati per soli motivi genetici, il fare di tutto per qualcuno a cui si vuole bene e venire sfruttati proprio per questo, il provare un senso di colpa per aver fatto del male alle persone amate e il cercare di riscattarsi ai loro occhi cercando una soluzione ai propri errori.

Questi sono solo alcuni dei temi trattati nella serie, tutti affrontati con originale intelligenza.

Questa particolarità rende così Over The Garden Wall una serie in grado di gareggiare con le altre non soltanto per le sue animazioni eccellenti e fluide, ma anche grazie a una storia raccontata magistralmente. La storia ha infatti un ritmo narrativo equilibrato, nè troppo veloce nè troppo lento, tale da consentire agli spettatori di godersi ogni singola scena senza avere l’impellente bisogno di rimandarla indietro per capire meglio ciò che succede. Anzi, è più probabile che lo spettatore voglia rimandarla indietro proprio per godersi le vicende che accadono in quella scena.

La ragione per cui ho dedicato un paragrafo alla narrazione della storia è dovuta alla mia convinzione che anche una serie con una trama all’ apparenza strampalata, se è ben diretta da un bravo regista, può brillare come il più puro dei diamanti, a differenza di serie con spunti interessanti che rimangono inespressi per colpa di una regia insignificante.

 

Capitolo 3: le animazioni da Emmy della serie

Guardando Over the Garden Wall è impossibile non notare il suo biglietto da visita, ovvero le animazioni che hanno conquistato il pubblico e l’audience nel 2015  e che continuano a incantarci anche oggi.

Il loro stile grafico, molto simile ai disegni delle fiabe, possiede l’unicità di rappresentare anche paesaggi più horror che fiabeschi, come foreste oscure dove è facile perdersi e scomparire nel nulla e catacombe piene di teschi, terribili testimoni di un’oscura maledizione. È uno stile in grado di dipingere efficacemente le luci e le ombre presenti in questo mondo magico e vittoriano, senza alcun calo estetico o disegno poco ispirato. È uno stile in grado di soddisfare sia i bambini più piccoli che gli adulti, regalando a tutti un sorriso. Ciò che aiuta ad apprezzare al meglio questo stile è anche la presenza di molti dettagli e la levità dell’animazione, che la rendono altamente godibile agli occhi dello spettatore.

Questo però costituisce anche un problema per questa animazione: è così ben realizzata che gli aspetti forti della serie già descritti vengono quasi completamente oscurati; anzi, io stesso ammetto di aver iniziato a guardare Over the Garden Wall soprattutto per le sue animazioni, che mi stuzzicavano molto prima di vederlo.

 

Ultimi pensieri

Over the Garden Wall è una serie animata che consiglio fortemente, in grado di soddisfare sia coloro che vogliono guardarla solo per le animazioni, sia coloro che cercano una storia profonda, che sia anche capace di dare leggerezza con momenti ironici e comici. È una delle tante perle dell’animazione che meritano rispetto e ammirazione da parte di tutti, e che merita di essere ricordata negli anni a venire.

Spero che questa recensione vi abbia intrattenuto e divertito, facendovi conoscere una serie che non avete mai visto. Se già la conoscete, vi piacerà il fatto che l’abbia recensita

Quindi a tutti i lettori classicisti e non, buon anno scolastico!

… augurio che porti fortuna sia a voi che a me.

 

P.S.- Piccola dritta per coloro che capiscono l’inglese: guardate la serie in lingua originale, così potrete ascoltare Elijah Wood (Signore degli Anelli, la trilogia), che doppia Wirt, e Tim Curry (It la miniserie ) come voce di uno dei personaggi dell’episodio n. 6 “Il suono del campanello”. Non vi dico chi sarà il suo personaggio, ma probabilmente lo riconoscerete dalla sua iconica voce.

 

*( https://www.wired.it/play/televisione/2017/01/26/recuperare-over-the-garden-wall/ )

 

di Luigi Olivero

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