“Mai più fascismi”; perché il fascismo in Italia non sta tornando tragicamente come un incubo che ti sveglia di notte ma non se ne è mai andato dall’Italia. In primo luogo per una semplice questione storica: in Italia non abbiamo mai avuto un “Processo di Salò” (a differenza di quanto avvenuto in Germania dove abbiamo assistito al Processo di Norimberga). La nuova Repubblica nacque insabbiando tutto: per evitare di frammentare il paese, già lacerato dal referendum monarchia/repubblica, il 22 giugno 1946 Togliatti propose un’amnistia per tutti i criminali della Repubblica Sociale Italiana e così il 26 gennaio dello stesso anno poté nascere il Movimento Sociale Italiano, primo schiaffo alla resistenza e dimostrazione che i fascisti non erano finiti con Dongo né con Piazzale Loreto. Gli italiani non furono mai messi formalmente davanti al loro passato, dopo ben ventitré anni di dittatura fascista. Non è mai stato fatto niente per debellare dalla mentalità italiana il “nano fascista” (riprendendo un’espressione di Vera Vigevani Jarach) presente in ogni uomo, quell’essere che ti spinge a odiare quello che è differente da te, a volerlo emarginare, a dire “me ne frego dei suoi problemi, tanto non mi toccano”, il nano che ci porta a diffidare di chi non ha niente e che magari ci porta perfino a preferire un mafioso a un profugo, come una sorta di nuova scelta tra Gesù e Barabba.
In questo momento in Italia una coalizione di partiti, che ha come leader un uomo che in quattro anni ha basato la sua campagna su sparate razziste e omofobe, ha il 38% dei voti. Il 38% dei voti è stato dato a chi ha deciso di mettere poi in secondo piano la lotta alla mafia e all’evasione e ha preferito trovare capri espiatori, che oggi possono essere gli immigrati e gli zingari (domani chi lo sa), piuttosto che puntare all’incremento dei fondi destinati all’istruzione pubblica o alle università, perché è ben più semplice governare avendo scuole che non formino “la volontà di volere leggi più giuste” (come scrisse Don Milani in Lettere ai giudici) che governare un paese di menti libere ed educate da sempre all’uguaglianza e alla giustizia sociale. Oggi anche qui a Pisa stiamo assistendo a un processo analogo: a giugno avremo le elezioni del consiglio comunale e i vari candidati stanno facendo la loro campagna facendosi ritrarre in foto con imprenditori e baristi, scrivendo post di indignazione per la costruzione di una nuova moschea, proponendo progetti maestosi per un nuovo stadio, attaccando scuole e presidi che organizzano incontri con associazioni che portano avanti la bandiera della solidarietà. Ma non abbiamo visto ancora nessun candidato (di destra o di sinistra o di qualsiasi “postideologia” esso sia) che si sia recato al liceo Buonarroti dove, da anni, i calcinacci cadono in testa agli studenti perché la struttura necessita di una ristrutturazione con estrema urgenza. Ma noi vogliamo e pretendiamo rappresentanti più attenti, diversi.
Il fascismo è ben insito nella nostra società e la situazione è ben più complessa di quel che si possa immaginare. I cittadini, disillusi da questa classe dirigente che negli ultimi anni si è dimostrata sempre meno capace di dare un indirizzo politico serio al Paese, stanno cercando alternative in movimenti o partiti (come Casapound e Forza Nuova) che di fatto portano avanti quei crimini da cui 73 anni fa ci dovevamo essere liberati. Così (tanto per fare un esempio) a Ostia Casapound avrebbe potuto avere i numeri per eleggere un suo sindaco. Non solo le istituzioni restano in silenzio davanti a manifestazioni organizzate da Forza Nuova, come a Bologna dove è stato permesso a un ex latitante, Roberto Fiore (segretario nazionale di FN), di tenere un discorso in piazza Galvani sputando sopra la nostra Costituzione nata dal sangue di coloro che sono caduti per liberare l’Italia dagli orrori del nazifascismo.
Oggi, come allora, dobbiamo sollevarci contro questo crimine che è il fascismo, un crimine che nel corso di quasi un secolo è riuscito a modellarsi e adattarsi ai cambiamenti della società senza mai abbandonare le proprie radici che affondano profondamente nella violenza fisica e verbale che da sempre lo caratterizzano. Allora uomini e donne imbracciarono i fucili e salirono in prima persona sulle montagne per organizzare la Resistenza; oggi il nostro fucile dovrà essere il nostro pensiero libero. Già una volta la debolezza dello Stato e del mondo politico resero possibile l’avventura fascista nel nostro Paese con sangue, guerra e rovina come mai si era visto nella storia dell’umanità. L’Italia, l’Europa e il mondo intero pagarono un prezzo altissimo. Allora fu detto “Mai più!”; oggi, ancora più forte, alzeremo lo stesso grido.
Per questo, uniti, vogliamo dare una risposta humana a idee disumane affermando un’altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia. Chiediamo per questo alle Istituzioni che venga promossa una campagna per contrastare il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i fascismi. Chiediamo quindi che vengano applicate in maniera corretta la XII Disposizione della Costituzione così come le leggi Scelba e Mancino che sanzionano ogni forma di fascismo e di razzismo. Per questo, uniti, esortiamo le autorità competenti a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni, associazioni o partiti che si richiamino al fascismo o al nazismo, come sostanzialmente previsto dagli attuali regolamenti ma non sempre applicato, e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi camuffati. L’esperienza della Resistenza ci insegna che i fascismi si sconfiggono con la cultura, con la conoscenza, con l’unità democratica e con la fermezza delle Istituzioni e dei cittadini.
Chiediamo che l’Italia sia definitivamente liberata dal cancro fascista che dal 1919 affligge la nostra penisola e, per questo invitiamo, tutti i nostri lettori a dimostrare i propri sentimenti antifascisti firmando la petizione coordinata dall’ANPI “Mai più fascismi”, affinché possa finalmente essere eretto il monumento (descritto in versi da Piero Calamandrei) che il camerata Kesserling pretendeva da noi Italiani, monumento fatto col “silenzio dei torturati più duro di ogni macigno”, plasmato “con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo”, affinché ogni fascista passando ci trovi “morti e vivi” serrati davanti a quel monumento che porta ora e sempre il nome di “RESISTENZA”!
Lascia un commento