Dopo i fatti raccontati nell’articolo “Assemblea d’istituto: la raccolsero che ancora respirava“, ecco un nuovo aggiornamento – e un primo bilancio – su ciò che è successo al Galilei-Pacinotti.
Dopo la fallimentare assemblea di Dicembre, gli studenti hanno partecipato attivamente a quella di febbraio e questa volta sono stati organizzati molti gruppi che, nel corso della mattinata, sono stati invasi dagli studenti; il servizio d’ordine non ha invece praticamente avuto noie. E’ stato come se l’assemblea fosse di nuovo sentita come una parte del nostro “essere studenti”, non più una mattinata scolastica persa inutilmente (opinione sostenuta da molte parti). La scuola ribboliva del dibattito, del comizio, dello strillo degli studenti (riprendendo una frase di Andrej Belyj, Tra due rivoluzioni, 1934); ribollivano le classi e il classico aveva fatto pace col suo ’68.
Invece con l’assemblea successiva, quella del 17 marzo, abbiamo purtroppo assistito all’ultima grande beffa fatta dal corpo studentesco dell’IIS Galilei- Pacinotti ai danni di questa istituzione. La plenaria ha avuto inizio alle 8:40 e si è conclusa poi al suono della campanella della seconda ora. Questa volta i gruppi organizzati sono stati numerosi, anzi numerosi sono stati i cineforum, mentre i gruppi di dibattito si sono rivelati pochi e purtroppo anche poco partecipati; in particolare tra questi ce ne è stato uno che prevedeva la presenza di un esterno che però non è stato adeguatamente pubblicizzato sul gruppo dell’istituto o da cartelloni affissi nell’atrio della scuola e non è stato per questo molto seguito. Il contributo dato dal servizio d’ordine è stato pari a zero: chi ne faceva parte durante la prima ora ha tormentato chi usciva per un attimo da un gruppo per andare a prendere un caffè, mentre a partire dalla seconda ora chi era addetto al controllo si è seduto per tutto il tempo restante in cortile facendosi gli affari propri. Così una buona parte di studenti (in parte del servizio d’ordine) è stata per ben quattro ore in cortile a sorseggiare caffè e a sentire musica ad alto volume, cosa che ha particolarmente infastidito anche i professori che troppo spesso sono entrati nelle questioni esclusivamente studentesche.
“Quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito?” mi direte voi. Dopo aver scritto l’articolo sopracitato alcuni studenti- essendosi forse sentiti in qualche modo attaccati- hanno fatto domande del tipo: “Ma questo cosa sarebbe? Un’inchiesta, una lettera aperta, un’invettiva?”. Niente di tutto ciò: so di non star scrivendo un articolo su La Repubblica o sul Sole 24 Ore, ma su un giornale di scuola. L’obiettivo è quello di fare un resoconto della situazione generale in cui versa il nostro istituto; mi limito, dico, alla nuda e cruda esposizione di alcuni fatti che sarebbe utile fossero letti come un “quo vadis?” perché il fallimento dell’assemblea potrebbe essere la nostra ultima occasione di avere un’assemblea. Girando per la scuola si capisce che o l’assemblea di aprile verrà seriamente vissuta da noi studenti o sarà probabile che al Galilei-Pacinotti, a partire dall’anno scolastico 2018- 2019, venga negata la possibilità di avvalersi del diritto a farne ancora, diritto (a mio avviso inalienabile) di cui abbiamo goduto fino a quest’anno. Noi abbiamo quindi questa volta un dovere morale nei nostri confronti e nei confronti degli studenti dei prossimi anni, non più soltanto nei confronti di chi nel ’68 si è battuto, è sceso in piazza, è stato arrestato per far sì che il mondo studentesco potesse avere, all’interno delle proprie scuole, forme di riunione e di confronto libero dai vincoli scolastici.
Arrivati quasi alla fine del secondo quadrimestre viene da chiedersi cosa è stato e non è stato fatto in questo anno. Molto spesso accade che chi vince le elezioni non rispetti il programma elettorale, tradendo così gli elettori che lo avevano votato per quel programma; non solo in politica, ma- a quanto pare- anche all’interno di una scuola capita che i rappresentanti, dopo essersi candidati mettendo il proprio nome su pochi punti di lista, non si impegnino per realizzare quanto da loro dichiarato. L’assurdità della questione è che alcuni obiettivi indicati dai candidati erano condivisi dai programmi di entrambe le liste presentatesi … Avendo tra i nostri rappresentanti un “noto” membro dello staff di una discoteca pisana, la questione balli ha avuto una sorta di precedenza su quasi tutto il resto: la locandina del ballo invernale è uscita il giorno dopo lo scrutinio dei voti, molti studenti si sono subito impegnati nel consegnare i biglietti e così, come detto nella discussione principale della seconda plenaria, “il ballo è andato bene”; è curioso il fatto che il ballo d’istituto sia stato fatto proprio nella discoteca in cui è coinvolto uno dei rappresentanti.
Dall’altra parte i rappresentanti stanno facendo molto per organizzare il concerto del Liceo Classico, creando vari comitati e discutendone nelle ultime plenarie. E anche la partita di beneficenza è stata organizzata particolarmente bene ottenendo un grande successo, sebbene qualche studente si sia lamentato dicendo che l’evento è stato “lasciato in mano a una cricca di ultras”. È stato rispettato anche il primo punto della Lista II: il calendario delle assemblee, reso noto agli studenti il 7 febbraio, un po’ tardi come hanno fatto notare anche alcuni professori. Tutta un’altra strada ha preso invece il proposito di creare un collettivo Galilei- Pacinotti, proposito che si è rivelato da subito un’utopia; stessa fine è toccata anche alla richiesta di un’aula autogestita, richiesta dapprima accolta anche dalla presidenza, ma poi messa da parte non si sa da chi né per quale motivo, cosa molto grave considerato che in molte occasione quell’aula – a disposizione degli studenti fino all’anno passato – sarebbe stato uno spazio importante per studiare durante le ore libere o fuori dall’orario scolastico. Un grande successo invece sono stati i Giorni Classici che hanno visto la quinta edizione incentrata sul tema del rapporto tra l’uomo e la divinità, dotati da quest’anno anche di sondaggi online (gestiti dalla nostra redazione), che hanno raccolto giudizi molto positivi.
Una diversa sorte è toccata ai punti 4 e 14 (tra i più importanti e significativi) della Lista II: per quanto riguarda il punto 4 “gestione da parte degli studenti dell’Alternanza” non è stato fatto niente di tutto quello che era stato pensato. Nessuna rappresentanza di studenti di ogni classe è stata eletta né ha collaborato all’organizzazione dell’alternanza scuola-lavoro con i professori che già se ne occupano. Così questo discutibile obbligo imposto dalla Buona Scuola renziana non è stato monitorato direttamente dagli studenti come invece sarebbe stato importante e proficuo fare. Il punto 14 “raccolta differenziata in ogni aula” (comune a entrambe le liste e fortemente sostenuta dal professor Vento) è una delle più grandi sconfitte di quest’anno scolastico, non solo per la scuola. Non facendo la raccolta differenziata in ogni aula sono state sprecate ingenti quantità di carta che avrebbero potuto essere riciclate; abbiamo contribuito così alla distruzione delle foreste dell’Indonesia, Malesia, Cambogia e Amazzonia, un vero e proprio danno ambientale che è causa di un aumento elevato di anidride carbonica e di un lento e inesorabile aumento della temperatura e dell’instabilità del clima.
Questo primo anno di accorpamento è stato un po’ sconquassato. Non è oggettivamente semplice unire due scuole che hanno così tante differenze a partire dal percorso di studio fino all’organizzazione della “res scolastica”. E’ stato difficile per i ragazzi dell’ITC accettare la forma dell’Assemblea uscendo da quella dell’autogestione; e il cammino è ancora lungo. Ci auguriamo che negli anni a venire questo accorpamento prenda le forme di una vera propria unione grazie alla quale entrambe le scuole traggano profitto l’una dall’altra; soprattutto ci auguriamo che tutto ciò che non è stato fatto quest’anno venga riproposto e questa volta portato a termine negli anni futuri, poiché il compito dei rappresentati d’istituto non è solo quello di organizzare balli, partite di calcio o concerti. Partiamo dalla nostra scuola per costruire un “mondo migliore”.
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