Anche quest’anno si sono tenuti al Liceo Classico Galileo Galilei i “Giorni Classici” dove gli studenti dell’istituto ogni anno rappresentano, in maniera creativa e originale, a seconda di un tema scelto che quest’anno era le divinità, gli argomenti studiati allo scopo di appassionare il pubblico.
Ma i professori che idea hanno dei Giorni Classici? Sono a favore oppure contrari? Contribuiscono alla realizzazione di questi? Per rispondere a queste domande ho intervistato la professoressa Caterina Licciardi insegnante di latino e greco presso l’istituto che quest’anno ha contribuito alla realizzazione di alcuni gruppi.
Gentile professoressa, quest’anno lei ha ispirato la creazione del gruppo Inno ad Afrodite; oltre a questo ha dato suggerimenti ad altri laboratori?
Ho dato indicazioni a chi le ha chieste, in particolare al gruppo ispirato alle Argonautiche di Apollonio Rodio; ho inoltre suggerito al gruppo sul sacrificio di Ifigenia di considerare, nel confronto con Lucrezio, non solo l’Ifigenia in Aulide di Euripide, ma anche l’Agamennone di Eschilo ed eventualmente l’Ifigenia in Tauride.
Perché ha suggerito proprio questi testi come oggetto di riflessione? Da cosa le è nata l’ispirazione?
I testi che ho proposto di rappresentare ai miei studenti sono rispettivamente l’Inno omerico ad Afrodite vv. 53-167 e Apollonio Rodio, Argonautiche III, vv. 36-166; 275-290.
Il primo, di età arcaica, narrando gli amori di Anchise e Afrodite, illustra con semplicità raffinata e in una prospettiva non eroica il rapporto tra un mortale e una dea.
L’altro, di età ellenistica, mostra tre dee che parlano e si comportano come donne mortali: quando Era e Atena chiedono aiuto ad Afrodite per favorire l’impresa di Giasone attraverso l’innamoramento di Medea, la dea sta acconciandosi i capelli allo specchio e si lamenta di Eros, suo figlio, come di un fanciullo dispettoso e disubbidiente. Poiché il tema era “Uomini e dei”, i due testi mi sono sembrati adatti a illustrarlo in modo leggero e piacevole.
I suggerimenti che ho dato, e soprattutto l’idea di lettura recitata del testo, mimo e/o danza, immagini e musica/canto, nascono dalla riflessione che ho fatto su alcune performances dedicate all’antico a cui ho assistito recentemente. Abbinare varie discipline artistiche ha consentito di valorizzare pienamente le inclinazioni e le competenze che i ragazzi sviluppano anche al di fuori della scuola, dedicandosi alla danza, al teatro, alla musica, al canto lirico e persino alla grafica e questo si è rispecchiato maggiormente nel gruppo “Inno ad Afrodite” che è stato uno tra i gruppi più rispettosi dal momento che i ragazzi hanno realizzato con grande cura la scenografia, l’alternanza dei passi, la scelta delle immagini e le musiche aggiungendo infine i titoli di coda, unica pecca è stata il vestito di Afrodite visto che non rispecchiava a pieno i costumi dell’epoca.
Ha assistito alle rappresentazioni di questi gruppi? Le messe in scena hanno rispettato le sue aspettative o c’è qualcosa che lei avrebbe preferito venisse reso diversamente?
Ho assistito a queste e ad altre rappresentazioni e devo dire che i nostri studenti si sono rivelati molto versatili e in alcuni casi hanno anche superato le mie attese e anche le persone a cui ho consigliato di assistere hanno apprezzato molto.
Credo che la passione dei ragazzi, opportunamente disciplinata, stia dando di anno in anno risultati migliori.
Nel complesso è soddisfatta di questa edizione dei Giorni Classici? Secondo lei le rappresentazioni hanno ben sviluppato il tema scelto quest’anno per i Giorni Classici?
Penso che il tema sia stato affrontato con ricchezza e varietà di spunti e di soluzioni e che l’operazione di sintesi più lodevole sia stata quella del gruppo ζήτησις , che, partendo da una riflessione sull’arte con l’allestimento di tableaux vivants che spaziavano da Caravaggio a Matisse, ha chiuso, in modo per me commovente, con il finale della Pitica VIII di Pindaro.
Chi l’ha pensato sembra avere colto, a fine percorso, il senso profondo degli studi classici e, oserei dire, anche della vita, condensato nel titolo ζήτησις , che significa indagine, ricerca.
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