Fare il ventitreesimo uomo in campo non è semplice: bisogna correre più dei calciatori, senza la possibilità di essere sostituiti, restando più lucidi di loro e avendo studiato a fondo il regolamento. E la cosa migliore che si potrà ricevere dagli spalti è un qualche piccolo complimento o, nella maggior parte dei casi, il silenzio… mentre se si fa il proprio lavoro male, si rischia molto di più.
Non pare una scelta logica diventare arbitro, e probabilmente non lo è; per questo è impossibile darne una spiegazione inattaccabile. Quello che proverò a fare oggi, però, è darvi la mia spiegazione, e dirvi com’è stato il mio inizio nel mondo arbitrale.
Mi è sempre stato detto che sarei stato un buon arbitro, per la conoscenza del regolamento, la rigidità ed il rispetto delle regole che ho mostrato fin da quando ero dalla parte dei giocatori, e soprattutto per la tendenza a mettere bocca spesso e volentieri sulle decisioni di quelli che adesso sono miei colleghi… e non sono il solo! Ad oggi, tutti gli arbitri che ho visto giocare hanno rischiato l’ammonizione per proteste in almeno un’occasione, forse perché siamo abituati a decidere noi, e non affidarci nelle mani altrui…
Ad ogni modo, il corso si è dimostrato più divertente ed inclusivo di quanto pensassi. C’è stata la volontà di far arrivare tutti ad un livello sufficiente per superare il test finale, cosa che ho apprezzato moltissimo. Dopo il famigerato test, che in realtà si è rilevato abbastanza fattibile, è arrivata la prima designazione.
Una settimana di trepidazione, sveglia presto la domenica mattina e partenza alle 8 per Fornacette, compreso carico del collega più anziano (che, alla fine, era un mio coetaneo, ma con già due stagioni alle spalle) che mi avrebbe fatto da tutor. L’ora precedente alla gara è stata piuttosto tranquilla, ma, quando l’orologio ha segnato i -15 dal fischio d’inizio, lì ho realizzato che il fischio dovevo darlo io! La partita è scorsa relativamente tranquilla, fortunatamente, visto che verso la metà ho iniziato ad essere piuttosto spaesato… dopo un’altra partita di gavetta, c’è stato l’esordio in Giovanissimi, la categoria superiore, ed… eccomi qua a scrivere.
In definitiva, consiglierei di diventare arbitro a chiunque voglia testare le proprie capacità decisionali sotto pressione, a chiunque voglia tornare sui campi da calcio calcati da giocatore, a chiunque voglia provare a rafforzare il proprio carattere ed anche semplicemente a chi voglia continuare ad essere un atleta e mantenere un buon fisico all’interno comunque di una disciplina sportiva. Credo che non ve ne pentirete!
Come diventare arbitri: i corsi arbitrali si tengono dal mese di Ottobre al mese di Dicembre alla sezione di Pisa in Via Galvani 1 (in pieno centro, in una traversa di Via Santa Maria). I corsi sono serali, in giorni variabili e decisi anche dai ragazzi, e inoltre obbligatori per tenere l’esame. A seguito del superamento dell’esame finale, arriverà la prima designazione, dalle due alle sei settimane dopo… e da allora, buona fortuna!
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