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Un museo in allestimento: gli Arsenali Medicei e le antiche navi romane

20 Ottobre 2017 by admin_rapsodia 3 Comments

Sabato 7 ottobre, nel pomeriggio, alcuni studenti del Liceo Classico di Pisa hanno partecipato, presso la Gipsoteca di Arte Antica, al Quarto Convegno di Antichistica “Circumnavigando l’antichità (tra Mediterraneo e Vicino Oriente)”, promosso dall’AICC, Delegazione di Pisa e dalla rivista Senecio.

In particolare hanno ascoltato tre interventi, quello di Alessio Mancini (Totum mutare diem: interpretazioni neroniane dell’Oriente nel Bellum Civile di Lucano), quello di Andrea Scotto (Dalla Tabula Peutingeriana alla locomotiva a vapore: viaggi, mezzi di trasporto percezione dello spazio dall’epoca romana agli albori dell’età industriale), e infine quello di Gloriana Pace, dal titolo Le navi antiche di Pisa: un’anteprima del Museo.

Gloriana Pace, un’archeologa che ha lavorato, per la sua tesi di dottorato, agli scavi delle navi romane nei pressi della Stazione Ferroviaria di Pisa San Rossore, ha raccontato la storia degli scavi archeologici, iniziati nel 1998, e del Museo delle Navi Antiche di Pisa, tutt’ora in fase di allestimento dal 2016 e che sarà aperto al pubblico a partire dal 2019.

Dopo l’ultimo intervento tutti i partecipanti si sono spostati presso gli Arsenali Medicei di Pisa, per assistere a una visita guidata dalla dottoressa Pace, che ha illustrato dal vivo i locali del Museo.

L’area museale è di circa 4700 m² e sarà interamente occupata dai materiali di scavo, fatta eccezione per l’ultima parte, che sarà invece dedicata a Pisa e alla storia degli scavi. Al momento sono visitabili solo le sale IV e V, dove saranno collocate tutte le navi restaurate. La prima sala della visita, la più grande del Museo, è la V, dove per il momento si trovano solo la Nave F e la Nave I. La Nave F è una piccola imbarcazione fluviale veloce, a forma di piroga, scolpita in un unico blocco di legno, mentre la seconda è un traghetto a fondo piatto in legno di quercia, rivestito all’esterno da fasce chiodate in ferro; quest’ultima nave, una volta terminato l’allestimento, verrà appoggiata su una vasca di acqua in finto gel, per consentire ai visitatori di vedere dal vivo il tipo di canale che le navi attraversavano.

Durante i restauri il legno di ogni nave si è asciugato in tempi diversi. La Nave D, per esempio, è ancora in fase di rimontaggio; questa nave, non di ottima fattura, in fase di scavo è stata tirata fuori per intero tramite un guscio di resina, per evitare che si frantumasse. Ogni pezzo è stato riprodotto tramite un modello Laser Scanner 3D; la nave sarà posta su una piattaforma rialzata dotata di passerelle sospese, che consentiranno ai visitatori di vedere anche la parte superiore della nave, in particolar modo il ponte, conservato in ottime condizioni. Al momento nel Museo è possibile vedere solo la struttura metallica che sosterrà l’imponente imbarcazione, una nave fluviale destinata al trasporto di sabbia.

Nella stessa sala è presente anche la copia di una terza imbarcazione, la Nave C, di ottima fattura, in legno di di leccio e di pino; alcune tracce di colore hanno permesso di riprodurre il colore originario delle sue superfici dal momento che si trattava di una nave dipinta. La particolarità di questa nave è che conserva ancora tutti i suoi elementi strutturali, compresi sei banchi di voga e le bitte di prua, una delle quali ha avvolta una cima di ormeggio. Sulla seconda panca dalla poppa è stata inoltre inchiodata un’asse con incise alcune lettere che fanno leggere il nome ALK(A)EDO, nome che gli archeologi dello scavo hanno deciso di dare alla nave stessa, .

La sala IV, pur se visitata successivamente alla V, svolgerà una funzione introduttiva alla sala descritta precedentemente. Al suo interno sono stati collocati i resti della prima nave venuta alla luce, la nave A, ricostruita all’interno del proprio contesto di scavo, insieme a tutti i materiali impiegati nelle indagini archeologiche. Quest’allestimento è stato pensato per riprodurre l’esperienza del cantiere di scavo: il sito archeologico è nato in occasione di una scoperta inaspettata, quella della Nave A, ed è stato poi ampliato per riportare alla luce tutte le altre trenta imbarcazioni e parte dei loro carichi.

Nella stessa sala è stato ricostruito lo strato fluviale nel quale sono affondate le navi ed è anche ospitato un tronco semilavorato trovato nella parte centrale del cantiere in fase di scavo, usato ai tempi dei romani per fermare le navi in arrivo, testimonianza importante dell’esistenza di un antico ormeggio per le navi che facevano spola nel Sinus Pisanus.

La scoperta a Pisa delle navi antiche è un’esperienza affascinante perché tra le poche testimonianze di un passato della nostra città culturalmente vivace, ma purtroppo spesso poco conosciuto. La musealizzazione di questo interessante pezzo del nostro patrimonio storico-archeologico permette inoltre di capire come la valorizzazione dei beni culturali oggi si costruisca con il contributo di ambiti diversi, anche lontani fra loro, che investono non più soltanto sulle conoscenze storiche e archeologiche, ma anche su quelle più scientifiche, come la chimica nella fase di restauro o l’architettura nella fase di allestimento.

Trattandosi di un cantiere in corso d’opera, l’accesso libero al Museo non è ancora consentito, ma è possibile solo su prenotazione; l’ingresso al Cantiere del Museo è gratuito e la Cooperativa Archeologia organizza visite guidate a pagamento. Per informazioni sul Museo: http://www.navidipisa.it

Cecilia Barachini

Fotogallery

Tronco semilavorato, sala IV
Nave F
Copia Nave C
Copia Nave C
Nave I
Nave B
Sala IV
Tronco semilavorato, sala IV
Nave A

 

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Filed Under: Archivio primo piano, Notizie

Comments

  1. Antonella Soldani says

    27 Ottobre 2017 at 5:54 am

    Complimenti! Chiaro, corretto e informato: se non ci fossi stata anch’io, mi avrebbe fatto capire bene l’essenziale (e non solo).

    Rispondi
  2. Dino De Sanctis says

    29 Ottobre 2017 at 9:08 am

    Cara Cecilia,

    grazie della bella cronaca che ha scritto, utile per la Sua Scuola e soprattutto per la nostra Associazione Italiana di Cultura classica. Dalle sue parole emergono chiaramente sia l’interesse per la giornata di studio alla quale ha partecipato con i Suoi colleghi sia indubitabili doti di riflessione e di analisi. Questa pagina di Rapsodia online ci spinge ad organizzare nuove giornate come quella trascorsa presso la Gipsoteca. Grazie di cuore: è per tutti noi un prezioso tesoro beneficiare di studenti tanto interessati, preparati e attenti come Lei! Un affettuoso saluto, Dino De Sanctis

    Rispondi
  3. Gloriana Pace says

    29 Ottobre 2017 at 6:50 pm

    Complimenti per l’articolo, davvero molto chiaro e preciso nei contenuti!

    Rispondi

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