Per approfondire le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del progetto Ἅρειος Ποτήρ (Hareios Poter), abbiamo rivolto alcune domande alle docenti – prof.ssa Michela Benedetti e prof.ssa Antonella Soldani – che hanno seguito gli studenti delle classi IVC e VC (in qualità di tutor) del ginnasio del Liceo Classico G. Galilei di Pisa.
Prof.ssa Benedetti, quale è stato il suo ruolo nel progetto?
Il progetto ha richiesto un’attenta organizzazione preliminare che è stata svolta, per ogni aspetto, insieme alla collega Soldani. Durante gli incontri in classe ho cercato di non influenzare in nessun modo le scelte degli studenti. Osservatrice silenziosa, ho voluto lasciare la massima libertà ai ragazzi, pur dando loro la sicurezza di poter contare sul mio sostegno non solo nei dubbi e nelle incertezze sulle scelte linguistiche ma, soprattutto, nel trovare un metodo di lavoro di gruppo proficuo che permettesse di valorizzare le loro diverse capacità.
Quale è stato invece il suo ruolo nel progetto, Prof.ssa Soldani?
L’unica differenza che potrei indicare fra il ruolo svolto da Michela Benedetti e il mio è legata alla funzione prevalente delle nostre rispettive classi nella prima fase del progetto, in cui gli allievi di V C facevano da “professori”, insegnando lessico greco ai ragazzi di IV C: in quella fase la collega, docente dei più grandi, si è ovviamente dedicata in modo particolare a seguire e rivedere la progettazione didattica autonoma dei suoi studenti, mentre i miei, principianti, hanno avuto soprattutto bisogno di attività di studio preliminare e di verifica degli apprendimenti. Per il resto, abbiamo sempre lavorato insieme, senza distinzione di funzioni.
Come è nata l’idea di portare in scena e trasformare in fumetti (e poi in cortometraggi) gli episodi più salienti del libro?
Il lavoro sulla traduzione in greco antico del primo romanzo della saga scritta da J. K. Rowling è stato il momento conclusivo di un’attività che si è articolata durante l’intero anno scolastico. L’idea di partenza era quella di far lavorare, negli ultimi due mesi di scuola, gli studenti su un testo che potesse essere sentito da loro come più vicino ma che, allo stesso tempo, avesse dei requisiti di rigore e cura linguistica che lo rendesse un valido strumento di lavoro. E Harry Potter e la pietra filosofale nell’edizione in greco antico curata da Andrew Wilson lo è sembrato sotto ogni aspetto. Le forme e le costruzioni scelte dal traduttore sono frutto di un’attenta analisi del testo e di una profonda conoscenza delle lingue antiche; i neologismi e le espressioni idiomatiche utilizzate sono risultate tali da permettere agli studenti di riflettere sulla ricchezza di ogni lingua come codice espressivo legato a dati di realtà e cultura specifici per le diverse civiltà. Ma, coerentemente con gli obiettivi del progetto, era importante il testo diventasse oggetto di un lavoro attivo che dalla comprensione, prima ancora che dalla tradizionale traduzione, richiedesse agli studenti di ‘lavorare’ con il greco antico in modo più dinamico. Di qui l’idea del fumetto – e, di conseguenza del cortometraggio – così da far realizzare agli studenti, senza limiti alla fantasia, testi e video da mostrare ai propri compagni senza troppa difficoltà grazie all’interazione tra parola e immagine.
In che modo è stato sviluppato il progetto?
Da ottobre a giugno le due classi hanno lavorato in parallelo in attività diverse che, con un progressivo livello di complessità, hanno avuto la funzione di creare i presupposti per realizzare i lavori conclusivi. A partire dalla fine del mese di novembre 2016, il progetto ha avuto inizio con un’attività sul lessico: gli studenti di VC hanno, per gruppi e con cadenza settimanale, realizzato e presentato con la LIM e con schede di lavoro cartacee approfondimenti ed esercizi su macroambiti di lessico all’intera classe IVC che ha avuto il compito di preparare e rivolgere ai propri tutor domande in greco antico sul materiale loro proposto. Da marzo ad aprile, è stata proposta agli studenti un’attività di comprensione e analisi della scena finale del romanzo Harry Potter e la pietra filosofale nella traduzione in greco antico curata da Andrew Wilson. Ciascuno dei sei gruppi di studenti della IVC ha lavorato in coppia con un gruppo di ragazzi della VC per aiutarsi a vicenda nell’analisi grammaticale, sintattica e semantica del testo assegnato Tra le consegne è stato indicato anche il riassunto del brano.
A conclusione di tale attività, le coppie di gruppi hanno proseguito nel lavoro ma ciascuna su un capitolo – o una parte di un capitolo – specifica. Il tempo a disposizione non è stato molto ma in un mese e mezzo ogni super-gruppo ha realizzato un proprio fumetto e un breve video con testi e dialoghi in greco antico. Siamo molto soddisfatte dell’impegno che gli studenti di entrambe le classi hanno dimostrato.
Dal punto di vista didattico è stata un’esperienza positiva per gli studenti?
È stato stimolante vedere come, conoscendosi in modo sempre più approfondito, gli studenti abbiamo – in molti casi – strutturato fin da subito l’attività in modo da coinvolgere tutti e rendere il lavoro più piacevole e veloce. Per ragioni di spazio e per evitare troppe interferenze dovute al rumore, abbiamo ritenuto opportuno dividere i sei gruppi in due aule distinte ma, da parte di entrambe, fin da subito c’è stata la volontà di fare in modo che, predisponendo un’alternanza tra i gruppi, ciascuna di noi potesse osservare e lavorare con ogni gruppo così da avere uno sguardo d’insieme più completo.
Pur consapevoli delle difficoltà e della necessità di pensare ogni consegna con la massima attenzione, siamo entrambe molto contente dell’esito di questo nostro primo tentativo di coniugare l’insegnamento tradizionale con attività più vicine allo studio delle lingue moderne. Da ciò che abbiamo osservato i momenti di studio organizzati secondo la tecnica comunemente definita come “metodo natura” e ispirata ai metodi di apprendimento delle lingue vive hanno reso gli studenti più consapevoli della complessità della lingua come codice. Lavorare in gruppi, soprattutto se abbastanza numerosi, non è mai semplice ma le lievi incomprensioni a volte nate tra gli studenti sono state occasioni di crescita e di confronto che hanno portato alcuni a essere più consapevoli e più responsabili del loro ruolo rispetto ai compagni.
Quali sono state le maggiori difficoltà e in che modo sono state superate?
Le maggiori difficoltà emerse durante l’attività sono state quasi esclusivamente di carattere organizzativo. Avere, rispetto al piano orario settimanale, una sola ora in coincidenza ha, in alcune fasi del progetto, costretto a frammentare l’attività; consapevoli dello sforzo di concentrazione che stavamo chiedendo ai nostri studenti, abbiamo ritenuto che comunque fossero in grado di farcela e, in effetti, così è stato. La disponibilità dei colleghi è stata in questo determinante: anche se la campanella era suonata e la lezione dell’ora successiva avrebbe dovuto iniziare, è stato lasciato agli studenti il tempo per riordinare ciò di cui si stavano occupando in modo da poter riprendere senza troppe difficoltà.
Un sogno che si realizza…brave e complimenti.