Al primo Festival Internazionale della Robotica fare un salto nel futuro è facile. Ecco quattro dei progetti presentati alla Stazione Leopolda di Pisa nei giorni 8-9-10 settembre 2017; tutti hanno come protagonisti i robot.
Il progetto europeo Robot-ERA, coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha dato vita a tre robot -DORO, CORO e ORO – destinati al supporto e all’assistenza degli anziani nelle varie attività quotidiane; i tre robot sono dotati di sensori acustici e visivi che gli permettono di riconoscere voci e volti, interagiscono fisicamente e cognitivamente con gli umani e collaborano fra di loro per svolgere numerose mansioni. Presto potranno essere utilizzati in case di riposo e in altre strutture per anziani, grazie al sostegno di università, centri di ricerca, aziende sanitarie, aziende di robotica ed enti pubblici di Italia, Svezia, Germania e Regno Unito.
DORO, DOmestic RObot, è destinato a rimanere all’interno dell’abitazione e offre supporto per terapie farmacologiche ricordando per esempio gli orari delle medicine. Consente di fare la spesa online, è sensibile al comando vocale e, attraverso l’aiuto di un localizzatore, riesce a individuare la posizione dell’anziano di cui si occupa e raggiungerlo. E’ dotato di due occhi a led che individuano il volto conosciuto e gli consentono di girarsi per guardare la persona con cui interagisce. Può essere inoltre munito di un braccio meccanico con pollice opponibile attraverso il quale riesce a raccogliere oggetti e a trasportarli all’interno dell’abitazione.
CORO, COndominium RObot, fornisce servizi di sorveglianza e di trasporto, per esempio attraverso un sistema di rulli; riceve da ORO la spesa e la consegna a DORO.
ORO, outdoor robot, si muove con agilità attraverso le strade cittadine per ritirare acquisti, per gettare l’immondizia e aiutare gli anziani nelle passeggiate; è dotato di GPS e di sensori che gli consentono di evitare ostacoli.
DORO, CORO e ORO per ora – a causa di numerosi aspetti dalle forti implicazioni quali le condizioni degli ambienti, le questioni legate alla tutela assicurativa, la complessità del sistema di funzionamento e il costo di produzione – sono utilizzati solamente all’interno di case di cura dotate di strutture particolari, come porte automatiche e ascensori che comunicano con i robot.



Il Care Toy è una palestrina sensorizzata ideata per monitorare lo sviluppo cognitivo di bambini nati prematuri, che sono più a rischio di sviluppare deficit cerebrali. Nella palestrina vengono forniti vari stimoli visivi, acustici o motori al bambino e grazie alle telecamere e ai sensori presenti nella struttura è possibile studiare le risposte e le reazioni a livello cerebrale. Grazie a questa palestrina, il bambino può stare a casa ed essere ugualmente monitorato dallo specialista che lo segue.
Il Care Toy fa parte di un progetto europeo dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e della Fondazione Stella Maris di Calambrone, Pisa, in collaborazione con centri di ricerca europei, come l’Helene Elsass Center e l’Università di Copenhagen in Danimarca.
Attualmente sono disponibili sette esemplari di Care Toy, usati ancora in progetti sperimentali all’interno di centri come la Stella Maris. In futuro questo dispositivo dovrebbe essere messo in produzione e diffuso.

I robot possono essere impiegati anche per studiare il terreno e ciò è ben dimostrato dal Plantoide, un robot che imita il funzionamento delle piante. Il Plantoide è fornito di radici su cui sono presenti dei sensori che permettono alla struttura di ottenere informazioni, ad esempio, sull’umidità, sulla temperatura o sulla composizione chimica del terreno in cui sono inserite. Il Plantoide permette anche di capire se la terra è contaminata, quindi grazie a questo robot è anche possibile monitorare e cercare di ridurre l’impatto ambientale dell’inquinamento.
Il Plantoide è anche in grado di accrescersi proprio come le piante, essendo anche dotato di foglie sensibili all’umidità.
Questo robot fa parte del progetto PLANTOID, che ha lo scopo di esplorare meglio l’ambiente e capire più a fondo il funzionamento delle piante creando software che ne imitano il comportamento.
Si stanno inoltre compiendo degli studi in collaborazione con L’ESA secondo i quali i Plantoidi potrebbero essere impiegati per esplorare altri pianeti dell’Universo. Una nuova generazione di Plantoidi, resa capace di atterrare su un altro pianeta, grazie ai sensori presenti sulle radici potrebbe ancorarsi al terreno e studiarne la composizione. Tuttavia questi studi non hanno avuto un esito pratico, almeno fino ad ora.

Nel 2015 l’istituto Modartech di Pontedera ha realizzato, in collaborazione con l’istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, un campionario di vestiti futuristici e alquanto innovativi, ispirato a una società nella quale vivono anche i robot. Oltre a prendere spunto da nuovi modelli, come camici o tute da astronauta, sono stati impiegati nuovi materiali, come il PVC, la resina, il neoprene, l’organza (usata in maniera differente da come si fa adesso), nell’ottica di sostenere la campagna “Detox My Fashion”, lanciata da Greenpeace, che si batte per una moda pulita e libera da sostanze tossiche.

Cecilia Barachini, Irene Celestino
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