I ragazzi del gruppo di Ariosto hanno saputo fondere la loro capacità di improvvisazione alla conoscenza dell’Orlando Furioso, ‘sequel’ del poema cavalleresco Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo.
L’allestimento scenico della classe adibita a teatro della rappresentazione sono state realizzate in modo ingegnoso e le battute dei personaggi, interpretati dagli studenti, sono state create a tempo record; dopo un monologo della leader del gruppo sulla storia del poema epico cavalleresco, l’attenzione si sposta su Angelica, sogno/oggetto del desiderio di ogni paladino, cristiano e pagano.
Con un anello che rende invisibili la principessa del Catai si fa beffe dei suoi inseguitori, che cozzano l’uno contro l’altro nel tentativo di afferrarla: ma sarà uno scudiero saraceno sconosciuto, Medoro, ad averla.
Ancora una volta la scena cambia, e stavolta è Astolfo il protagonista, cavaliere giunto sul dorso di un ippogrifo sulla Luna, che Ariosto immagina simile alla Terra, e dove tutto ciò che viene perduto nel nostro pianeta va a finire: il paladino troverà qui il senno di Orlando, ma anche buona parte del suo. Forse è lì che troveremo anche il nostro?
Lorenzo Lapi
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